Descansate Nino, jazz intenso e ipnotico del trio di Ancillotto

(di Francesco De Filippo) (ANSA) - TRIESTE, 06 APR - Un jazz intimista, lento e con un tratto ipnotico per i giri di note ripetitivi e in crescendo che si aprono in intrecci musicali più complessi, e con noti brani reinterpretati in formule ricercate e riuscite. È il concerto Descansate Niño del trio composto da Giacomo Ancillotto, chitarra elettrica, Paolo Papetti che ha sostituito Marco Zenini al basso e Alessandra D'Alessandro alla batteria. Descansate Niño è il primo album di Giacomo Ancillotto, uscito il 27 gennaio per Folderol (Kappabit Music), che lui stesso definisce "un viaggio di frontiera tra improvvisazione e scrittura" e che giunge dopo anni di pratiche improvvisative e riflessioni sulla forma canzone. Organizzato dal Circolo Jazz Club Thelonius, il concerto, ieri sera, si apre al Knulp con "Via Aurelia 253", brano di intense evocazioni, lento ma carico, scritto dallo stesso Ancillotto. Seguono "Igor Legàri", poi un pezzo spigoloso e vario, "Flemma", a rappresentare in musica la lentezza, il tempo lento. Comincia poi, alternata a brani di cui è l'autore, una sequenza di rifacimenti: una originale e irriconoscibile versione di "Se telefonando", il grande successo di Ennio Morricone-Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara, che Ancillotto interpreta da solo con chitarra e una base elementare, ridotta all'essenziale; e poi "Si no me moro" che cantava una indimenticabile Gabriella Ferri in cui, su un tappeto ritmico da savana (ricorda Sun Ra) la chitarra sembra che lanci gli acuti rochi della Ferri per scambiarsi il ruolo con il basso che si lancia in un veloce assolo. Infine, dopo una decina di brani, il pubblico richiama sul palco il trio che aveva decretato la fine del concerto, e tra sonorità appena abbozzate, spigoli d note, si riconoscono gli echi di una hit, ridisegnata nel solito ripetitivo giro, un tratto peculiare di Ancillotto: è Perfect day di un lontano e inatteso Lou Reed. (ANSA).
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