Don Diana: don Ciotti ai giovani, "seguite il suo esempio"

A Casal di Principe cerimonia per 31esimo anniversario omicidio

(ANSA) - CASERTA, 19 MAR - Nel giorno del 31esimo anniversario dell'uccisione per mano della camorra del sacerdote anticlan, don Peppe Diana, a Casal di Principe (Caserta) ad essere protagoniste sono le scolaresche e gli scout, cioè i giovani, cui il prete guardava con grande attenzione e preoccupazione. Ed è a loro che si rivolge il fondatore di Libera don Luigi Ciotti, che dal giardino esterno di Casa don Diana, bene confiscato divenuto da qualche anno sede del Comitato che porta il nome del prete anticlan e punto di riferimento delle tante iniziative sulla legalità, li esorta a "rileggere la realtà grazie al messaggio di don Peppe, e a rendersi così protagonisti di uno scatto di attenzione e partecipazione, che ora più che mai serve tanto all'Italia quanto all'Europa. Le mafie sopravvivono e continuano a reclutare sempre più giovani, perciò don Peppe parlava a loro, chiedendo di essere parte attiva della comunità e di ribellarsi al potere camorristico, a non farsi sedurre da messaggi accattivanti ma ascoltare gli educatori, che sono quelli che vi vogliono un sacco di bene". Don Ciotti si dice molto preoccupato per il rapporto dell'Europol relativo allo stato delle mafie in Europa, diffuso oggi, "mafie sempre più transnazionali e dotate di alte conoscenze tecnologiche", che tra i reati commessi da tali organizzazioni annovera fattispecie tradizionali come il traffico di droga e contro l'ambiente, e altre commesse proprio contro i giovani, come lo sfruttamento sessuale minorile. "Seguite l'esempio di don Peppe - sollecita don Ciotti - che fu ucciso perchè la camorra voleva spegnere la sua voce, perchè si era sacrificato per gli altri. Fatelo pure voi". "Santo Subito" dicono i giovani, parole esposte anche su uno striscione e rilanciate dal coordinatore del Comitato don Diana, Salvatore Cuoci. "Ci batteremo per la beatificazione di don Peppe" promette Cuoci, mentre Marisa, sorella del prete e docent di scuola, ringrazia emozionata "i tanti studenti presenti", segno che "il messaggio di mio fratello ha tracciato un solco profondo nella mente e nei cuori di tanti. A Casal di Principe è rinata la speranza". "Acquisite saperi - aggiunge poi Marisa Diana - perchè solo la conoscenza può rendervi liberi, proprio come credeva don Peppe, e non cedere alle mafie". Presenti il testimone oculare del delitto don Diana, Augusto Di Meo, non ancora riconosciuto come vittima innocente della camorra, Carlo Borgomeo, attuale presidente di Gesac ed ex presidente di Fondazione con il Sud, e l'ex sindaco Renato Natale. Il sindaco Ottavio Corvino, al primo anniversario del delitto dopo l'elezione del giugno scorso, ammette che "a Casal si respira un'aria diversa nel solco degli insegnamenti di don Peppe, e ciò si è visto anche alle elezioni di giugno, quando la partecipazione al voto è stata molto alta, proprio come auspicava don Peppe, che parlava di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica contro il potere dei clan. E' stato fondamentale in tal senso il lavoro di ripristino della legalità e di rilancio del territorio portato avanti da chi mi ha preceduto, cioè da Renato Natale; e è solo grazie a lui se pochi mesi fa abbiamo potuto avere elezioni libere". (ANSA).

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