Terrorismo: un arrestato voleva aprire moschea a Monfalcone

Proselitismo nei kebab, condannato in Turchia per finanziamenti

(ANSA) - BOLOGNA, 25 DIC - Faceva proselitismo non solo online e sui social ma anche nei locali che gestiva a Monfalcone, dove viveva, e sempre nella città in provincia di Gorizia voleva aprire una moschea, il 27enne di origine turca arrestato ieri nel blitz dei carabinieri del Ros, dopo una complessa indagine della Procura di Bologna coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, con l'accusa di far parte a vario titolo di un'associazione terroristica dedita alla propaganda pro "Al Qaeda" e "Stato Islamico", guidata da una ragazza pachistana residente a Bologna. Il 27enne, il "Bro turco" (abbreviazione inglese di 'fratello' turco, ndr) come lo definivano altre due dei cinque indagati, la 22enne leader e la 18enne di Spoleto, nelle loro conversazioni, a Monfalcone risulta coinvolto nella gestione di due locali di kebab da asporto insieme al fratello. L'attività di proselitismo - emerge dagli atti - non era solo online ma veniva svolta anche nei locali, ad esempio verso i dipendenti, dove si lasciava andare a innumerevoli commenti e critiche da cui traspariva un sentimento fortemente anti-occidentale. Intonava canti jihadisti pure davanti a minori. Il "bro turco" tra l'altro era oggetto di indagini anche a Udine per il suo percorso di radicalizzazione e per i rapporti con un altro indagato per reati simili. Con questi aveva addirittura pensato di aprire una moschea a Monfalcone, in sfregio all'ordinanza di chiusura di due luoghi di culto. In Turchia invece era stato condannato per finanziamento terroristico. (ANSA).

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