Il risparmio dei bellunesi alla prova coronavirus: come reagire alla pandemia

L’emergenza coronavirus sta contagiando sempre di più i mercati finanziari, ormai in preda alla forte volatilità. Una morsa che causerà l’ormai certa gelata sull’economia di tutto il Mondo e che, nonostante solo tre mesi fa Piazza Affari festeggiasse un 2019 con un rialzo da record, minaccia anche il risparmio delle famiglie bellunesi, tradizionalmente attente ai propri investimenti.
Secondo le ultime stime di Confindustria, a seguito della chiusura di molte aziende per contrastare il diffondersi del virus, per l’Italia si parla di rischio recessione con il Pil in caduta del 6%. In questi casi farsi prendere dallo sconforto sarebbe naturale, ma gli esperti suggeriscono di essere razionali e di non cedere all’emotività, vendendo le proprie posizioni in maniera affrettata.
No a decisioni affrettate, servono scelte consapevoli e ben pensate
Ne abbiamo parlato con Massimiliano Ruggiero, Area Manager di Banca Generali Private nel Nordest: “È importante proteggere il risparmio attraverso un’accurata diversificazione e ragionando con una prospettiva di lungo periodo - spiega Ruggiero - Così potremo cercare di utilizzare parte della liquidità parcheggiata nei conti con interventi graduali e progressivi, in modo da cogliere al meglio le opportunità limitando le incognite dei sali e scendi dei mercati”.
Da inizio epidemia Piazza Affari ha perso quasi il 30% e l’incertezza continua a essere forte, anche perché non si sa ancora quando l’emergenza finirà e quale sarà il reale impatto sui consumi e sul lavoro. Per queste ragioni i mercati finanziari continuano ad essere molto volatili ed è rischioso per un risparmiatore privato cercare di affrontare da solo la situazione.
“Le competenze di professionisti nella consulenza aiutano ad analizzare le posizioni in relazione agli obiettivi di lungo termine, accompagnando gli investitori nelle scelte tra diversi strumenti a disposizione. L’esperienza ci insegna che i mercati hanno sempre superato velocemente le fasi di crisi una volta messa la parola fine all’incertezza e chiariti gli orizzonti di azione”, aggiunge Ruggiero.
Cosa possiamo imparare dal passato?
Dopo le grandi epidemie del recente passato le reazioni nel medio termine sono state incoraggianti. È successo con l’Ebola, lo Zika e soprattutto con la Sars che nel 2003 affossò la Borsa di Pechino e bruciò oltre 25 miliardi di dollari di Pil. Dopo la cessazione dell’allarme, però, si registrò un rapido recupero, con l’Msci China index che in due mesi rimbalzò dal -8,6% fino ad un clamoroso +31%.
In questo caso, tutti i governi nazionali europei e le banche centrali hanno adottato misure a sostegno del reddito e dell’economia, mentre la decisa immissione di liquidità da parte del governo americano suona come un forte richiamo a fare lo stesso da parte dell’Unione Europea. Interventi che dovrebbero trainare una ripartenza che non può comunque prescindere dal contributo del risparmio privato negli investimenti.
“Avvicinare il risparmio all’economia reale è un modo concreto di aiutare il Paese a ripartire, senza dimenticare che vi sono opportunità anche nei momenti di forti oscillazioni - spiega ancora Ruggiero - Non è facile selezionare le aree geografiche, i settori e soprattutto il tempismo di mercato e per questo il supporto di professionisti serve per conciliare le iniziative con gli obiettivi che il cliente si è prefissato”.
“Ci sono società interessanti che continuano a far bene tra le utility, le energie rinnovabili, il pharma e alcuni Paesi emergenti risultano meno toccati dalle vendite. Gli stessi fondi sostenibili si dimostrano più difensivi e si possono monitorare anche certe scadenze dei titoli di Stato che, con il sostegno della Bce, hanno recuperato terreno”, conclude il manager. Perché, nonostante la crisi, il risparmio deve guardare avanti confermando il proprio ruolo di stampella sociale delle famiglie e della collettività per favorire la ripresa.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi