Gino Cecchettin alla consegna del premio intitolato a Giulia: «Dalla sentenza dolore su dolore»

Il commento del papà della 22enne vittima di femminicidio, a margine dell’iniziativa voluta da Donne Coldiretti e dedicata alla violenza di genere. Il premio va a Chiara Arnoldo

Il momento della premiazione
Il momento della premiazione

È la trentina neo dottoressa Chiara Arnoldo, con la tesi "Technology-facilitated intimate partner violence in Italy, The role of education in preventing abusive behaviours in intimate relationships", del Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell'Università di Padova, ad aggiudicarsi il premio di laurea intitolato a Giulia Cecchettin, voluto da Donne Coldiretti e consegnato oggi, dedicato alla violenza di genere.

Alla cerimonia sono intervenuti la professoressa Gaya Spolverato, delegata dell'Università alle Politiche per le pari opportunità e presidente della Commissione valutatrice; Valentina Galesso, presidente di Donne Coldiretti Veneto; Alessandra Pulvirenti componente della commissione valutatrice, assieme a Gino Cecchettin, papà di Giulia e presidente della Fondazione intitolata alla figlia e lo zio, Andrea Camerotto.

«È un premio che è nato dalla disponibilità dei nostri associati di Campagna amica a sensibilizzare la popolazione su questo delicatissimo tema - ha spiegato Galesso -, crediamo che sia importante seminare del bene per migliorare la nostra società con la stessa tenacia che contraddistingue noi agricoltori».

Sono stati più di trenta gli elaborati passati al vaglio della commissione. «È stato fatto un lavoro molto approfondito e non facile - ha spiegato Spolverato -: questa abbondanza di elaborati ci dice che sta crescendo una sensibilità specie nelle nuove generazioni per questo tipo di tema».

A margine della consegna del premio di laurea Gino Cecchettin ha detto che dalle motivazioni della sentenza a carico di Filippo Turetta «ovviamente è arrivato per noi dolore su dolore, perché non ci aspettavamo certi tipi di motivazione».

«Oggi siamo qua per un altro motivo - ha aggiunto Cecchettin - e vorrei volgere in positivo, e al lato proattivo della fondazione che è nata da quattro mesi, la mia attività. Certo poi vedere anche oggi tante lauree e pensare a quella di Giulia mi aggiunge tristezza», ha concluso.

Lo zio di Giulia, Andrea Camerotto, interpellato su ipotetici permessi dal carcere per Turetta ha sperato «che questa ipotesi non ci sia mai. Credo che se ciò avvenisse sia compito suo di tenersi il più lontano possibile da noi. Spero che questo avvenga a distanza di molti anni: capiterà che arriveranno queste notizie, che daranno ulteriore dolore alla nostra famiglia, e so - ha concluso - che dobbiamo farcene una ragione».

Il messaggio della presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere Martina Semenzato: «La violenza non è solo una questione di diritto, di misure cautelari, di reati e pene bisogna spostare il focus su prevenzione, cultura del rispetto al maschile e consapevolezza al femminile. Le grandi battaglie le fanno e le vincono le donne, anche con la loro morte come Giulia, Sara e Ilaria. E Giulia ha vinto una battaglia grandissima quello di scuotere coscienze civili sopite e di urlare come il femminicidio non sia un fatto privato ma un fatto collettivo. La cultura del rispetto e della gentilezza devono diventare antidoti contro la deriva barbara dei costumi della nostra società».

«Ma gentilezza, educazione, rispetto - ha aggiunto - non vogliono dire remissività, accondiscendenza, arrendevolezza o sottomissione. Rispetto, educazione e gentilezza come strumenti invece potenti per disinnescare le semplificazioni e gli stereotipi che portano all'autoritarismo e alla violenza. Dobbiamo lavorare insieme su quel patto di corresponsabilità che necessariamente oggi più che mai deve legare famiglia, scuola, società civile e politica. L'iniziativa 'Coltiviamo il rispetto', di cui sono prima sostenitrice con la firma del protocollo di intesa con Donne Coldiretti, ne é esempio virtuoso».

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