Omicidio Tulissi, la sentenza dopo sei processi: confermata la condanna a 16 anni per Calligaris

Era l'11 novembre del 2008 quando Tatiana Tulissi, 37 anni, viene ritrovata senza vita nel patio della sua casa a Manzano dove viveva con il compagno. La difesa: ricorreremo in Cassazione

Alessandro Cesare
Paolo Calligaris e Tatiana Tulissi
Paolo Calligaris e Tatiana Tulissi

Un pianto e un abbraccio liberatori. Per sfogare un dolore e una fatica lunghi diciassette anni.

Da quel tragico 11 novembre 2008, quando sua figlia Tatiana Tulissi, 37 anni, venne uccisa con tre colpi di pistola. Mamma Meri Conchione, ieri, è rimasta per quasi nove ore nell’aula bunker della Corte d’Assise d’appello di Venezia in attesa del verdetto del sesto grado di giudizio per l’unico imputato, l’ex compagno di Tatania, Paolo Calligaris, 55 anni.

Sono le 18.53 quando Carlo Citterio, presidente della seconda sezione della Corte d’appello, legge la sentenza, con la conferma della condanna di primo grado per Calligaris a 16 anni di carcere per l’accusa di omicidio volontario.


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«È ciò che speravo – sono state le prime parole di mamma Meri, in aula insieme ai figli Marco e Marzia –. Questa è la terza condanna, qualcosa vorrà pur dire. Questi diciassette anni sono stati faticosi e dolorosi: abbiamo lottato ogni giorno per avere giustizia», ha chiuso la donna visibilmente emozionata.

Anche l’altra sua figlia, Marzia Tulissi, ha commentato il verdetto dei giudici: «Sono emozionata e faccio fatica a parlare, ma era quello che speravamo succedesse. Questi anni sono stati lunghi, un’agonia continua. È stato come vivere in sospeso, sopravvivere per andare avanti e combattere».

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Si andrà in Cassazione

Con la decisione presa dai due giudici togati e dai cinque popolari per Calligaris, ieri presente in aula solo al mattino, resta valida, quindi, la pena a 16 anni di reclusione inflittagli nel 2019 dal tribunale di Udine. Ma non è ancora possibile mettere la parola fine alla vicenda.

Gli avvocati che lo difendono, Alessandro Gamberini e Rino Battocletti, hanno già annunciato di voler presentare ricorso in Cassazione. «Siamo sempre convinti dell’innocenza di Calligaris e come abbiamo già fatto in passato, ricorreremo in Cassazione.

Questo non è altro che un passaggio di un processo che ha avuto esiti alterni. Restiamo stupiti dalla sentenza pronunciata, ma non abbiamo alcuna intenzione di demordere», ha detto Battocletti.

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Più duro Gamberini: «La sentenza lascia sgomenti, in quanto la decisione del gup di Udine era afflitta da enormi travisamenti del fatto e non lasciava spazio per conferme in questa sede. I motivi li abbiamo enunciati con uno sforzo difensivo chiaro e preciso – ha reso noto l’avvocato –. A nostro avviso si tratta di un processo che non aveva nemmeno titolo per iniziare. Se stiamo alle prove affiorate si tratta di un processo inventato».

Di diverso tenore le dichiarazioni del legale della famiglia Tulissi, Laura Luzzatto Guerrini: «Prendiamo atto della sentenza, che conferma la colpevolezza di Calligaris. Non è definitiva, ma è frutto di una camera di consiglio molto lunga. Evidentemente la corte e i giurati hanno voluto considerare tutti i singoli indizi per giungere al verdetto. Aspettiamo le motivazioni per conoscerne il contenuto».

L’omicidio

Il sipario sulla vita di Tatiana Tulissi è calato alle 18.31 dell’11 novembre 2008. Era da poco rincasata dal lavoro, nella villa di via Orsaria, a Manzano, dove abitava con il compagno Calligaris, e stava prendendo la legna da ardere.

L’assassino le ha sparato in quel frangente, tra il cortile, i posti auto coperti adiacenti, la rampa d’accesso al seminterrato e la stanza dove è stato rinvenuto il corpo. Tre colpi di pistola, esplosi da un revolver calibro 38 mai ritrovato.

L’iter giudiziario

Un omicidio che ha portato a un iter giudiziario lungo e intricato.

La prima sentenza è del 2019 davanti al gup di Udine, che ha riconosciuto Calligaris colpevole dell’omicidio, infliggendogli una pena di 16 anni.

Due anni dopo è arrivata l’assoluzione della Corte d’Appello di Trieste. Nel 2022, però, la Cassazione ha annullato la sentenza e il caso è finito nella città lagunare.

Nel 2023 la Corte d’Appello di Venezia ha confermato la condanna di primo grado, ma un anno dopo, l’ennesimo rovesciamento, con la Cassazione che ha nuovamente annullato la sentenza, rimandando il caso davanti a una nuova sezione d’Appello della città lagunare. Ieri l’ultimo verdetto.

Stando alle dichiarazioni degli avvocati di Calligaris, non sarà quello definitivo. Se ne riparlerà in Cassazione.

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