«Restate nei vostri forni», la verità di Airbnb sulla frase antisemita

«La Comunità di San Vito di Cadore non vuol passare per antisemita e quindi pretende che sia fatta rapida chiarezza sulla frase scioccante “Restate nei forni a gas”.
Non ci può appartenere». Lo ribadisce il sindaco di San Vito di Cadore, Franco De Bon, che dopo essersi rivolto alla Polizia Postale ha avuto un incontro anche con i carabinieri per capirne di più.
Quindi per approfondire le indagini e comminare le «indispensabili sanzioni», perché, secondo il sindaco, «non si può infangare in questo modo il buon nome di San Vito», dove peraltro si sa che hanno preso casa anche note famiglie di ebrei.
«Ho compiuto un’indagine del tutto personale e per la verità non risultano operatori di B&B che si chiamano Lorenzo. Può essere stato un Lorenzo che affitta appartamenti? Magari un Lorenzo titolare di seconda casa e che, quindi, è di fuori? Stiamo indagando. E lo fanno anche le forze dell’ordine», assicura De Bon, che si dice preoccupato per il clima in vista anche delle Olimpiadi (“non dimentichiamo cos’è accaduto a Monaco”). Il caso sta assumendo una dimensione internazionale e cresce l’allarme tra gli operatori turistici, in particolare i rifugisti, perché sono numerosi gli israeliani che scelgono per le vacanze le Dolomiti Unesco.
È stato «uno sfortunato errore da parte dell’host», perché quel messaggio «non era destinato a loro, ma a un altro ospite che soggiornava nella struttura e che stava chiedendo informazioni su come utilizzare un elettrodomestico», precisa Airbnb, che dopo aver avviato un’indagine interna ha comunque sospeso l’host.
«Nel momento in cui l’ospite ha inviato un messaggio all’host per chiedere di prenotare la loro struttura, l’host stava intrattenendo una conversazione con un altro ospite che soggiornava nella casa in merito all’utilizzo del fornello a gas nella struttura», spiega in una nota Airbnb. «L’host ha erroneamente inviato un’istruzione sul fornello all’ospite che aveva appena richiesto la prenotazione anziché al destinatario corretto, l’ospite che stava attualmente aiutando». Indipendentemente dalle circostanze, «riconosciamo che questa sia stata un’esperienza profondamente spiacevole per l’ospite che ha ricevuto il messaggio e siamo stati in contatto con loro per fornire il nostro supporto. Siamo anche in contatto con l’host. Non tolleriamo la discriminazione, prendiamo seriamente le segnalazioni e continuiamo a far rispettare rigorosamente questa politica», conclude Airbnb.
Polemica al rientro, dunque? Nient’affatto. «Preoccupa la risposta della piattaforma Airbn», replica Vincenzo Donvito Maxia, presidente di Aduc. «Business is business per Airbnb, costi quel che costi, anche vagheggiare. È evidente che la frase incriminata era diretta alla famiglia israeliana in quanto tale. Ve l’immaginate: “non riusciamo ad utilizzare il forno”, consiglio: “restate nei forni a gas”. Suvvia, ma con chi crede di avere a che fare Airbnb? Le scuse peggio della realtà».
Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva, annuncia che oggi presenterà un’interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. «L’antisemitismo è una bestia che periodicamente rialza la testa e questo episodio ne è una delle purtroppo numerose dimostrazioni a cui stiamo assistendo in questa fase: bisogna vigilare, denunciare e fermarlo in ogni modo. Chiederò al ministro se si stiano monitorando gli episodi di antisemitismo in Italia e quali azioni concrete il governo stia adottando per reprimere il fenomeno». Reazioni di solidarietà e di richiesta di chiarezza sono arrivate anche da altri parlamentari: Raffaele Speranzon di FdI, Vincenza Aloisio del M5S, il senatore Antonio De Poli e Micaela Biancofiore.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi