Selva di Cadore, albergo respinge turisti israeliani: “Siete responsabili di genocidio, non siete i benvenuti”

Bufera internazionale sull’Hotel Garni Ongaro. Indignata la comunità ebraica. L’associazione albergatori prende le distanze 

L'hotel al centro delle polemiche
L'hotel al centro delle polemiche

Albergo rifiuta la prenotazione a cittadini israeliani perché li accusa di genocidio. E scoppia la bufera. Responsabile del gesto, il titolare dell'Hotel Garni Ongaro di Selva di Cadore. "Gli israeliani non sono i benvenuti": così si è visto rispondere via messaggio un gruppo di turisti israeliani che stava prenotando su Booking un soggiorno sulle dolomiti. Per la precisione: “Non sono clienti graditi in quanto responsabili di genocidio".

Un episodio che ha subito scatenato le reazioni della stampa israeliana. Il console israeliano di Roma starebbe prendendo provvedimenti, forse presentando formale denuncia. E la stessa associazione degli albergatori del Bellunese – che conferma il fatto – sta per prendere formalmente le distanze dal collega. Un fatto che ha visto subito una valanga di reazioni sul web con inviti internazionali al boicottaggio, tanto che l’albergo ora non compare più su Booking mentre rimane ancora attiva la pagina delle recensioni, piene di offese contro il titolare. 

Le reazioni

In attesa di conoscere qualcosa di più su una notizia che, se sarà confermata, è di estrema gravità, mi sento profondamente turbato e resto allibito per quanto è accaduto». A parlare è il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, «Il Veneto deve garantire le porte aperte a tutti . Continuo a sperare che quanto riportato non sia vero, poiché l’ospitalità veneta non è questa. Da secoli, siamo un popolo aperto al mondo e rispettoso delle identità altrui. La Repubblica Veneta è stata un esempio di integrazione, ospitando comunità come quella ebraica e favorendo una contaminazione culturale anche con il Medioriente e il mondo arabo che ha arricchito non solo il Veneto, ma l’intero Paese».

«Il messaggio dell’albergatore di Selva di Cadore è grave e va condannato con forza». Così il segretario del Pd Veneto Andrea Martella, in merito alla polemica esplosa nel Bellunese. «Rifiutare ospitalità a un gruppo di turisti solo perché israeliani, e giustificarsi denunciando i massacri in corso a Gaza, è una manifestazione da manuale di razzismo. Denunciamo anche in questa occasione ogni forma di antisemitismo, che rischia di alimentare un clima di preoccupante intolleranza. Come continuiamo ad auspicare il ritorno alla ragione, al dialogo, all’umanità. Le Dolomiti e il Veneto sono e rimangono terra di accoglienza e di apertura al mondo, non di odio e chiusura», conclude il senatore Martella.

Il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti: «Mai confondere i popoli con i loro governanti e con gli errori degli Stati. Vale per gli israeliani come per i palestinesi». «Nessuno confonde il popolo afghano con i Talebani» aggiunge, «Il popolo iraniano con l’oscurantismo dell’estremismo religioso degli ayatollah e via dicendo. Invito tutti a non confondere questi gestori con il sistema dell’accoglienza e ospitalità di Selva di Cadore».

Così Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno: «L’ospitalità di un territorio che crede fortemente nel turismo non può essere intaccata da singoli episodi di discriminazione. Lo scenario delle Dolomiti bellunesi sia di stimolo a farsi portatori e amplificatori di bellezza. La cultura dell’accoglienza di cui le nostre genti sono portatrici da sempre stride fortemente con questo episodio di intolleranza. Credo vadano fatte tutte le verifiche del caso, e spero si tratti di uno spiacevolissimo equivoco. Ma mi sento fin d’ora di condannare tutto ciò che cozza contro lo spirito dell’ospitalità».

«Un territorio che crede nella vocazione turistica è portato per natura all’internazionalità e all’apertura» aggiunge la consigliera provinciale delegata al turismo, Vanessa De Francesch, «E lo dicono i numeri: nel 2023 i turisti stranieri sono stati quasi 550 mila, per oltre 1 milione e mezzo di presenze, vale a dire la metà dei visitatori del Bellunese. Questi dati dimostrano quanto il territorio sia aperto e ospitale».

Klaus Davi, giornalista, aggredito pochi giorni fa a Milano da frequentatori di una moschea perché «sporco sionista»: «In Italia si sta giocando col fuoco. L’episodio dell’Hotel Garni Ongaro è il frutto di un clima da caccia all’ebreo alimentato da molti media e da alcuni settori della politica e delle istituzioni che stanno sottovalutando la cultura dell’odio che sta esplodendo in molti frangenti della società italiana».

Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato: «Se questa notizia fosse confermata sarebbe una vergogna. Questo albergatore avrebbe accusato ingiustamente cittadini che niente hanno a che fare con le scelte del loro governo e li avrebbe respinti solo perché ebrei. È un segno di come l’antisemitismo sia tornato a essere una piaga nel nostro Paese».

Il precedente quest’estate

A luglio un altro episodio analogo in provincia. Questa volta era coinvolta un bed&breakfast di San Vito. Via messaggio a un cliente aveva risposto sulla piattaforma AribnB: «Potete stare nel forno a gas».

La risposta era stata ricevuta da una famiglia di Nes Ziona, che stava programmando una vacanza con un soggiorno a San Vito. «Il proprietario ha cancellato la prenotazione», riferiva un sito israeliano, «lasciando un messaggio in lingua ebraica: “Potete stare sotto il forno a gas”».

La famiglia israeliana ha riferito di aver visto la cancellazione improvvisa della prenotazione dell’appartamento dalla piattaforma Airbnb dopo aver scritto al proprietario, indicato come Lorenzo, un messaggio che diceva “Siamo una famiglia di cinque persone e saremmo felici di soggiornare nel tuo appartamento”.
Per Airbnb il tutto era stato «uno sfortunato errore da parte dell’host», perché quel messaggio «non era destinato a loro, ma a un altro ospite che soggiornava nella struttura e che stava chiedendo informazioni su come utilizzare un elettrodomestico». La stessa Airbnb, dopo aver avviato un’indagine interna, aveva comunque sospeso l’host.

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