Venezia, oltre 30 mila ticket già pagati: da martedì scatta la tariffa a 10 euro
Preparativi in corso per il contributo d’accesso che prende il via venerdì prossimo. Oltre 60 mila i prenotati esentati

La carica dei (quasi) 100 mila. Quando manca poco meno di una settimana all’avvio per il secondo anno consecutivo del contributo d’accesso, tanti sono i turisti che pur garantirsi la classica toccata e fuga a Venezia hanno dovuto pagare o prenotare la visita. E quindi, computer o smartphone a portata di mano, si sono dovuti registrare al portale del Comune per inserire i propri dati. Ottenuto il QrCode, ora sono pronti ad arrivare in laguna.
Comunque la si pensi, la sperimentazione avviata un anno fa dal Comune di Venezia ha rivoluzionato le modalità di accesso ad una città d’arte. Servirà tempo per capire se tanto basta a gestire il fenomeno.
Nel frattempo, un’altra rivoluzione si appresta ad iniziare. Già perché fino a questo momento, sono 33 mila i visitatori paganti che hanno sborsato 5 euro per garantirsi il biglietto d’ingresso a Venezia. Di questi, due terzi (oltre 22 mila) sono stati emessi per il primo blocco di validità del contributo, previsto dal 18 aprile al 4 maggio.
La media delle richieste, fanno sapere dal Comune, è di 2,81 pagamenti per transazione. Per quanto riguarda le esenzioni (quest’anno semplificate con l’introduzione dello Spid, Cns e Cie), sono invece già 60 mila. Quindi che, tra paganti ed esentati, siamo già a 93 mila complessivi.
Ma la vera novità per quest’anno, si diceva, è attesa da martedì, quando cioè la tariffa base di 5 euro sarà aumentata a 10 euro per chi accederà nella città antica nella giornata di venerdì 18. È il famoso meccanismo di disincentivo previsto per il 2025 dalla giunta.
L’obiettivo è di invogliare i visitatori ad organizzare in anticipo l’escursione in laguna, penalizzando economicamente chi decide di venire ugualmente a Venezia. Solo a partire da martedì, e per i giorni successivi, si capirà se la tariffa aumentata riuscirà a rallentare il flusso di prenotazioni giornaliere in città; o se invece in tanti saranno comunque disposti a pagare la tariffa intera, aumentando le previsioni di incasso per il Comune di Venezia.
Nel frattempo, anche altre realtà cittadine si stanno preparando per l’avvio del secondo anno di contributo. Tra queste, a esempio, Ca’ Foscari ha appena pubblicato online un vademecum riservato ad universitari e parenti.
Chi fa parte della comunità cafoscarina (studente, studentessa, personale tecnico amministrativo bibliotecario, personale docente e ricercatore, assegnista o borsista di ricerca) non dovrà pagare il contributo di accesso ma, salvo il caso di chi è residente nel Comune di Venezia e in Veneto e degli studenti e studentesse dotati di badge universitario, avrà comunque bisogno del voucher per dimostrare l’esenzione.
Sono esenti dal pagamento del contributo d’accesso i parenti fino al terzo grado di studentesse e studenti di Ca’ Foscari, che assistono alla discussione della tesi di laurea nelle sedi universitarie durante le giornate per le quali è previsto il pagamento del contributo d’accesso. Per ottenere il titolo di esenzione, da esibire in caso di controllo, anche in questo caso è necessario procedere alla registrazione sul sito del Comune di Venezia e acquisire il relativo voucher, richiedendolo seguendo il percorso “Motivo di richiesta esenzione” e cliccando nella sezione “Devo accedere per altri motivi”.
Dal Comune fanno sapere che il portale del contributo di accesso, realizzato dalla società in house Venis spa, sta procedendo senza intoppi dal punto di vista del funzionamento.
Fatto sta che a due anni dalla sua travagliata introduzione, il contributo d’accesso continua a dividere la città. Se la maggioranza che siede a Ca’ Farsetti lo rivendica come il primo tentativo al mondo di cercare di regolare i flussi turistici in una città d’arte, per l’opposizione così com’è pensato non è altro che uno strumento per fare cassa, poco utile ad arginare la deriva turistica della città (con l’aumento di presenze, i nuovi hotel pronti ad aprire e il boom delle locazioni turistche).
Più in generale, però, è la gestione quotidiana del turismo a dividere una città che, un passo alla volta, vede ridurre i propri spazi anche nei luoghi un tempo incontaminati. Prova ne è l’ultimo scontro tra esercenti e gruppi di residenti sulla gestione serale dei locali cittadini.
Se questi ultimi denunciano situazioni di degrado che rendono invivibile la città in orari serali nei luoghi più frequentati dai giovani, dall’altro i titolari di bar e locali rivendicano il diritto a lavorare, pur sempre nel rispetto delle regole e della pacifica convivenza, chiedendo di punire eventualmente chi non rispetta le regole senza restrizioni generalizzate.
Altro banco di prova per la città, e fonte di scontro, è poi il trasporto locale, preso d’assalto nei fine settimane lungo le solite direttrici di Murano e Burano, isole dove i residenti in costante calo si sentono quasi ospiti e nelle quali però, proprio grazie al turismo, vivono e lavorano migliaia di turisti.
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