Giallo di Vidor, la rabbia del papà di Alex: «Ti stanno uccidendo una seconda volta»
Sono parole cariche di dolore e rabbia quelle di Luca Marangon, padre di Alex, affidate ai social e che esprimono il forte disappunto per la relazione dell'anatomopatologo Alberto Furlanetto

"Ti stanno uccidendo una seconda volta". Sono parole cariche di dolore e rabbia quelle di Luca Marangon, padre di Alex, affidate ai social e che esprimono il forte disappunto per la relazione dell'anatomopatologo Alberto Furlanetto, consulente tecnico del pubblico ministero che a più di otto mesi dalla morte del 25enne sostiene che il giovane sia precipitato per circa 15 metri dal belvedere dell’abbazia di Vidor.
Si fa dunque più remota l’ipotesi di omicidio volontario.
"Ciao Alex - esordisce Luca Marangon in una sorta di lettera di addio, di un secondo addio -, così buono, generoso ed altruista che eri, avevi un sorriso, una bella parola per tutti, sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà anche se lo avevi appena conosciuto ed ecco cosa hai in cambio, un muro di omertà da chi credevi amico, un muro di menefreghismo da tutte le istituzioni".
Il padre, Luca, non si dà pace e accusa chi conosceva Alex di aver eretto un muro di silenzio, negando qualsiasi informazione utile alle indagini. Inoltre, lamenta la mancanza di supporto da parte delle istituzioni, sentendosi abbandonato nella sua ricerca di verità e giustizia.
“Ti stanno uccidendo una seconda volta”, scrive il padre, "noi condannati ad un ergastolo di dolore che ci sta consumando dentro e portando via le poche energie e forze rimaste, sempre più soli ed abbandonati da tutti e tutto... Mentre chi ti ha fatto questo continua ad esser protetto e libero di fare i suoi sporchi comodi".
Il padre di Alex esprime la sua disperazione per l'impunità di chi, a suo avviso, è responsabile della morte del figlio, e si augura che almeno una giustizia divina possa ristabilire l'equilibrio. E così conclude: "Riposa in pace dolce angelo".
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