Vanoi, Guarda attacca: «La destra affonda nelle contraddizioni»

L’eurodeputata dei Verdi/Ale contesta: «La Regione di Zaia ha inserito la diga tra le opere anti siccità, ora leghisti e meloniani cambiano idea»

I partecipanti a un marcia di protesta contro la diga del Vanoi
I partecipanti a un marcia di protesta contro la diga del Vanoi

«La destra veneta che governa da trent'anni con la mentalità delle grandi opere oggi affonda in un lago di contraddizioni. Un lago artificiale, come l'invaso del Vanoi, perché questa situazione paradossale è stata creata proprio da loro: è la Regione Veneto, guidata da Luca Zaia, che nel maggio 2023 ha inserito la diga del Vanoi al primo posto nell’elenco di opere per il contrasto alla siccità trasmesso al ministero delle Infrastrutture. Nemmeno due anni dopo, leghisti e meloniani cambiano idea e ci danno ragione: le alternative ci sono e, come abbiamo sempre detto, sono migliori».

 

Così Cristina Guarda, eurodeputata del gruppo Verdi/Ale al Parlamento europeo, in una nota a commento delle recenti dichiarazioni dell'assessore veneto all'Ambiente, Gianpaolo Bottacin, e del segretario regionale dei Fratelli d'Italia, Luca De Carlo, che hanno espresso la loro contrarietà al progetto. «Entrambi bellunesi, non a caso. La destra è spaccata tra chi, a livello regionale, ancora sostiene quest'opera costosa e impattante, e chi deve fare i conti con un territorio assolutamente contrario», sottolinea Guarda.

«Oggi, autorevoli esponenti veneti della Lega e di Fratelli d'Italia evocano il Vajont e, finalmente, si accorgono che esistono opzioni migliori alla diga. Ma non eravamo noi Verdi quelli del "no a tutto"? La retorica anti-ambientalista si è sciolta come neve al sole. Le nostre proposte, evidentemente, erano ragionevoli e scientificamente fondate», dichiara l'eurodeputata.

L'eurodeputata dei Verdi Cristina Guarda
L'eurodeputata dei Verdi Cristina Guarda

«Le alternative esistono, come abbiamo sempre ripetuto. Sono meno costose e più efficienti. Quali? Quelle che indichiamo da sempre: la ricarica controllata delle falde, il miglioramento dei sistemi di irrigazione, il potenziamento delle infrastrutture esistenti e l’adozione di pratiche di conservazione dell’acqua. Trent'anni di governo non sono bastati alla destra veneta per metterle in pratica, non aspettiamo ancora: è tempo di cambiare», conclude Guarda.

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