La falsa badante e i farmaci letali somministrati agli anziani: quattro decessi sotto indagine

Il caso a Vicenza. Paola Pettinà, 46 anni, è accusata di essere una "falsa badante" che avrebbe somministrato agli anziani che accudiva dosi massicce di psicofarmaci

Paola Pettinà, la falsa badante arrestata a Vicenza
Paola Pettinà, la falsa badante arrestata a Vicenza

Paola Pettinà, 46 anni, è accusata di essere una "falsa badante" che avrebbe somministrato agli anziani che accudiva dosi massicce di psicofarmaci. Il caso, che ha scosso la provincia di Vicenza, vede la donna indagata per l'omicidio di un'anziana e per altri cinque tentati omicidi, con sospetti che potrebbero estendersi a tre ulteriori decessi.

Un'anziana deceduta e quattro tentati omicidi

La vicenda è emersa a Breganze, piccolo comune nel vicentino, dove, nel 2024, i familiari di Imelda Stevan, 81 anni, deceduta dopo essere stata accudita da Pettinà, hanno sporto denuncia. Gli investigatori hanno ricostruito che l’anziana, come altri assistiti dalla donna, era stata ricoverata più volte in ospedale con sintomi gravi di intossicazione da psicofarmaci, tra cui torpore, stordimento e difficoltà di equilibrio. Sintomi mai riscontrati in precedenza e incompatibili con le patologie pregresse delle vittime. "Vogliamo giustizia. L'abbiamo portata in ospedale tre volte e nessuno sapeva cosa avesse", hanno dichiarato i familiari di Stevan, profondamente scossi dalla perdita.

Le accuse e il modus operandi

Paola Pettinà, nota sui social come "Paolina" e presentatasi come operatrice socio-sanitaria (Oss), è ora in carcere con accuse di omicidio, tentato omicidio e falsificazione di ricette mediche. L'indagine, condotta dai Carabinieri di Vicenza per oltre nove mesi, ha portato alla luce come la donna somministrasse tranquillanti come Tavor, Xanax e Lorazepam in dosi massicce, conducendo le sue vittime in stato di semi incoscienza e, in almeno un caso accertato, alla morte.

Farmaci falsificati e un’indagine su larga scala

Per procurarsi i farmaci, Pettinà avrebbe utilizzato fotocopie di ricette in bianco, sostenendo di possedere gli originali. L'indagine ha accertato che, in pochi mesi, la donna ha acquistato 272 confezioni di Xanax in almeno 25 farmacie della provincia berica, alcune delle quali sono ora sotto controllo. Nella sua abitazione sono stati trovati grandi quantitativi di psicofarmaci, che la donna ha dichiarato essere per uso personale.

Un caso senza movente economico

Gli investigatori stanno cercando di chiarire il movente dei gesti omicidi, ma escludono l’intento di lucro. Nelle abitazioni delle vittime non sono stati sottratti denaro o oggetti di valore, alimentando il mistero sul motivo delle sue azioni.

Altri sospetti e reati emersi

Le accuse nei confronti di Pettinà non si limitano al caso di Imelda Stevan. Gli investigatori stanno indagando su tre decessi sospetti e su cinque tentati omicidi, tra cui quello dell’ex compagno della donna.

L'arresto e la difesa

Il Gip di Vicenza, Maria Elena Pilla, ha emesso il provvedimento restrittivo, mentre Pettinà è stata interrogata dal Gip Matteo Mantovani, avvalendosi della facoltà di non rispondere. "La mia assistita è sconvolta per quanto le sta accadendo ed è in attesa di chiarire la sua posizione", ha dichiarato il suo avvocato, Roberto Busa.

Un’indagine ancora aperta

I Carabinieri proseguono le indagini per identificare eventuali altre vittime e ricostruire con precisione i movimenti della donna. Il caso della "badante killer" rimane avvolto nel mistero, lasciando aperti molti interrogativi su un crimine che ha sconvolto la comunità vicentina.

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