Bambina di 7 anni anni trovata morta nel suo letto
Lutto a Favaro, in provincia di Venezia. Sulla morte della piccola, si faranno accertamenti per capire esattamente che cosa sia accaduto, molto probabilmente si procederà con un'autopsia.

«È molto doloroso quello che è accaduto» spiega una voce femminile, che prende tra le mani il cellulare del padre della piccola Syed Hoque. Il genitore, Sakil, non riesce a parlare, il dolore è troppo.
La piccola Syed Hoque è morta ad appena sette anni, la comunità di Favaro è distrutta e si è raccolta ieri attorno alla famiglia. La piccola sarebbe mancata nella mattina di ieri: chi è vicino alla famiglia, fa sapere che sarebbe stata malata da tempo, ma che nulla avrebbe fatto presagire la sua scomparsa così prematura.
Quella degli Hoque è una famiglia di origine bengalese molto conosciuta e radicata a Favaro: sono infatti i titolari dell'hotel Ducale, albergo storico sulla Triestina che hanno rilevato una decina di anni fa.
La bambina infatti sarebbe la nipote del titolare dell'albergo.
Sulla morte della piccola, si faranno accertamenti per capire esattamente che cosa sia accaduto, molto probabilmente si procederà con un'autopsia. Ieri, però, il dolore ha prevalso, coinvolgendo tutta la comunità di Favaro. Tra gli altri, nella giornata di ieri il portavoce della comunità bengalese Kamrul Syed è andato in visita alla famiglia, per portare la sua vicinanza in un momento estremamente difficile. Anche il presidente della municipalità di Favaro Veneto Marco Bellato è sconvolto per l'accaduto.
Nessuno si sarebbe aspettato una morte così improvvisa, la famiglia si è chiusa nel dolore e non riesce ancora a formulare a parole quanto è accaduto, le voci spezzate.
In meno di un mese, è la seconda tragedia che sconvolge la comunità bengalese di Venezia. A inizio aprile Tanvir Mir, 14 anni, era morto nel sonno.
La tragedia che ha colpito la famiglia Mir, quel pomeriggio, è una sequenza di circostanze imprevedibili e di fatalità spaventose: il padre di Tanvir, Tuhin Mir, aveva lasciato l'appartamento di Marghera alle prime luci del mattino per andare al lavoro, è un dipendente Veritas, in Italia da quattro anni; anche la madre del 14enne si era allontanata da casa presto, ma come il marito era sicura che il figlio sarebbe uscito da solo per andare a scuola, come faceva spesso: per arrivare alla Luigi Einaudi, in fondo, sono appena dieci minuti di autobus, cinque se si accetta di coprire la distanza pedalando in bicicletta. Invece quella mattina Tanvir non si è mai alzato dal letto, con ogni probabilità il malore fatale che gli è costato la vita l'ha colpito mentre ancora dormiva. Il 14enne aveva raggiunto il padre in Italia solo da due anni: lui, la madre e il fratello Jumman - di quattro anni più grande e oggi residente a Milano - si erano mossi dal Bangladesh soltanto dopo aver avuto la certezza di una sistemazione sicura e stabile. Per i genitori quanto accaduto al piccolo è restato quasi inspiegabile: Tanvir giocava a calcio ogni sabato al parco Emmer, si spostava sulla sua bici e non sembrava aver difficoltà.
Ora, la tragedia della piccola Syed che ha scosso di nuovo con forza un'intera comunità.
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