Carceri venete, sovraffollamento al 140 per cento. E per suicidi quarta regione in Italia
Allarme carceri in Veneto: 2.722 detenuti contro 1.938 posti disponibili. Sovraffollamento al 140%, con picchi del 183% a Treviso. Crescono i suicidi, mancano agenti e medici. Le proposte del Garante e della politica.

Il tema del sovraffollamento delle carceri, è tristemente noto. Ma in Veneto è particolarmente grave, con numeri - quelli del 2024 del Garante per i Diritti della Persona Mario Caramel illustrati il 10 aprile in Commissione Sanità e Politiche Sociali - tra i più alti d’Italia. I detenuti rinchiusi nei nove istituti penitenziari sono 2.722, un piccolo paese.
Un paese che però potrebbe accoglierne, stante i posti a disposizione, 1.938. Questo si traduce in un tasso di sovraffollamento pari al 140% che colloca il Veneto al quarto posto in Italia, dietro Puglia, Lombardia e Friuli (al 142%). La situazione peggiore è a Treviso con il 183% di sovraffollamento, poco più sotto Verona con il 179%, quindi il circondariale di Venezia (maschile) con il 164%; meno peggio la Giudecca con l’89%.
Il disagio
In questo contesto ecco l’altra emergenza, quella dei suicidi: lo scorso anno sono stati 9 (quarti in Italia) di cui 4 a Verona e 3 a Venezia. Caramel, nella sua relazione, rileva che il 2024 verrà ricordato e come «uno dei più “caldi” per il sistema penitenziario. Un vero e proprio annus horribilis, segnato da alti picchi di suicidi, riscontrati anche negli istituti di pena siti in Veneto, nel quale è pienamente esplosa a tutti i livelli la questione emergenza carceri».
E prosegue: «Va rilevato che il dibattito sulle possibili cause – sovraffollamento, carenza del supporto psicologico, carenza dell’organico del personale – porta a constatare una chiara corrispondenza fra numero dei suicidi e sovraffollamento certamente individuabile almeno come “concausa” del fenomeno».
Di scenario allarmante parlano le consigliere del Pd Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto e Francesca Zottis: «Tutto questo in un quadro nel quale il personale vigilante è insufficiente, ma anche quello sanitario langue, rendendo così impossibile una piena tutela dei detenuti sotto il profilo sanitario e di supporto psicologico».
Carceri sedi disagiate
Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo lancia una proposta: «È ora di dichiarare tutte le strutture penitenziarie regionali disagiate, come ho proposto e ottenuto per Venezia e Rovigo, per dare incentivi al personale, in particolare sanitario, che decide di lavorare nelle carceri. Ho chiesto che si convochi una commissione dedicata, in forma congiunta tra la prima e la quinta, insieme ai direttori delle strutture, ai direttori sanitari, l’assessore Lanzarin e il Garante per mettere fine alla carenza di accesso ai servizi sanitari per le persone detenute».
Sulla carenza del personale: «La situazione è critica perché a oggi mancano 158 agenti rispetto allo standard previsto. Altro capitolo che deve essere attenzionato è quello della salute psichica dei detenuti, perché un quarto delle segnalazioni di criticità trattate dal Garante riguarda proprio l’ambito sanitario, in capo alla Regione». Ostanel rileva come dalla visita fatta al carcere di Treviso sia emerso un alto consumo di psicofarmaci tra i detenuti e come manchi il personale medico.
Stranieri
Nelle carceri gli stranieri sono il 52%: 1.431 su 2.722. Su questo il capogruppo della Liga Veneta Giuseppe Pan ha lanciato una provocazione: «Portiamoli in Albania». —
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