Un po’ di Comelico nel successo social di Lucio Corsi: Diletta Sacco ne cura la comunicazione
Ha 27 anni e lavora per la casa discografica Sugar Music: «È stato totalmente lui, non c’era niente di costruito»
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C’è un pizzico di Comelico nella poesia di Lucio Corsi, il cantante che con “Volevo essere un duro” ha ottenuto il secondo posto al Festival di Sanremo. A seguirne la comunicazione è, infatti, Diletta Sacco, 27 anni, originaria di San Nicolò di Comelico.
Due lauree, al Dams e alla Lums, e una carriera avviata in Sugar Music, la storica casa discografica indipendente fondata da Caterina Caselli nel 1989.
«Mi sono laureata tre anni fa, ho iniziato a mandare il curriculum e nel giro di dieci giorni sono stata assunta per uno stage qui in Sugar», ricorda Sacco. Dopo una prima fase a seguire la parte editoriale, di testo e musica dei brani, approda alla sponda dei cantanti con Madame, sperimentando l’aspetto commerciale e la gestione dei canali social.
La storia
Diletta è una social media e marketing specialist, in pratica è lei che ha dato forma ai contenuti dei canali social di Lucio Corsi. «Sia per Lucio che per me era la prima volta a Sanremo», racconta la comunicatrice, che ha seguito il cantante in tutte le uscite pubbliche della settimana.
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«All’inizio l’impatto con la macchina di Sanremo mi ha un po’ spaventata: guardavo il calendario e ogni dieci minuti c’era qualcosa però già dal secondo giorno è andata molto meglio, un po’ per l’adrenalina e un po’ perché con Lucio fin dall’inizio è andato subito tutto alla grande e quindi la motivazione era ancora più forte». Da 75 anni il Festival riesce nella strana alchimia di capitalizzare l’attenzione di tutti gli italiani, complice anche una macchina narrativa ormai a prova di bomba.
Di fronte ad un personaggio come Lucio Corsi, con il viso dipinto di bianco e gli abiti eccentrici, viene spontaneo chiedersi quanto ci sia di vero e quanto di costruito a tavolino. «Tutti gli outfit che ha usato sul palco li usa da anni nei suoi concerti. Non c’è stato niente di nuovo, andava alle interviste vestendosi come si veste tutti i giorni quando viene in ufficio o quando andiamo a pranzo insieme», spiega ancora Diletta Sacco.
«È stato totalmente lui, non c’era niente di costruito e quindi, da parte nostra, zero sforzo perché è giusto che si mantenga così e noi proteggiamo questa sua parte, che poi è quella che l’ha portato ad avere tutti questi consensi».
Il Festival di Sanremo
Un musicista, il secondo classificato al Festival, che non rischia di rimanere schiacciato dalla sua immagine, garantito da chi la conosce forse meglio d’ogni altro: polistrumentista, autore con una base di storia della musica e della televisione che lo porta a scelte consapevoli a volte dirompenti come, ad esempio, duettare con Topo Gigio.
«Non è stata una scelta di marketing, anzi, all’inizio pensavamo ad uno scherzo», spiega Sacco. Cantare con il topo più famoso della televisione italiana era un bel rischio: dal trash al cringe, i neologismi si sprecano per definire un potenziale buco nell’acqua che, però, non c’è stato e anzi ha permesso quel giro di boa che forse è mancato ad altri cantanti in gara.
«È stata un’idea brillante perché aveva alle spalle una poetica legata al fatto che la prima voce di Topo Gigio fosse quella di Domenico Modugno e loro hanno portato sul palco “Nel blu dipinto di blu”». A misurare il successo di un’idea è il favore del pubblico che, in questo caso, non ha tardato a manifestarsi: fin dall’annuncio della partecipazione a Sanremo, la temperatura nei social del cantante toscano ha iniziato a salire ma è durante la settimana che la situazione è diventata evidente.
«Tra il primo giorno e l’ultimo c’è stato un abisso, le persone ci fermavano per chiedere una foto, un saluto. Per noi ma anche per Lucio era totalmente inaspettato perché era una figura che poteva essere accolta positivamente, com’è successo, o negativamente ma il livello dell’affetto ha stupito anche noi: negli ultimi giorni non si poteva camminare, veniva avvicinato da chiunque e lui è sempre molto carino e disponibile».
E ora che Sanremo è finito, cosa c’è nel futuro di Diletta Sacco? Il prossimo Festival e la carriera, certo, ma anche il ricordo dell’emozione di scendere le scale dell’Ariston e di aver avuto accesso al sancta sanctorum della musica italiana. «Intanto, però, credo che tornerò a casa, in Comelico, per qualche giorno. Ho una gran voglia di sciare».
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