Maltempo in Veneto, dichiarato lo stato di emergenza

Il presidente della Regione insieme all’assessore Bottacin fanno il punto della situazione: «Sette persone evacuate a Valdagno, tre famiglie isolate a Trissino»

Rocco Currado, Laura Berlinghieri

Dichiarato lo stato di emergenza per i comuni delle province di Vicenza e Verona, per i danni dell'ultima ondata di maltempo che ha causato due vittime la scorsa notte a Valdagno (Vicenza) la scorsa notte. Lo annuncia il presidente della Regione, Luca Zaia durante il punto stampa insieme all’assessore Gianpaolo Bottacin.

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Il ponte crollato e le due vittime: sopra il figlio Francesco Nardon e sotto il padre Leone

«Una tragedia come questa era impensabile, dove la terra è crollata sotto i piedi a queste due persone, che andavano a dare una mano e non erano dei curiosi. Questa ondata di piovosità passerà alla storia per la perdita di due vite umane» dice Zaia, facendo le condoglianze alla famiglia delle vittime, Leone Francesco Nardon, 65 anni, e il figlio Francesco, 34. «Non possiamo abbassare la guardia, ma se non avessimo avuto i bacini di laminazione sarebbe andata ancora peggio» aggiunge.

Secondo quanto riferito da Bottacin, sulla valle dell'Agno si sono concentrate piogge per 200 millimetri totali a Recoaro, con una punta di 50 millimetri in un'ora, e a Valdagno 160 millimetri totali e 76 in poche ore. Al ponte del comune di Brogliano si è registrata la portata storica massima dell'Agno, con 2,73 metri (la punta precedente era stata di 2,14 metri).

«Allo stato attuale ci sono 7 persone evacuate a Valdagno, 3 famiglie isolate a Trissino» evidenzia l’assessore Bottacin «e sono attive 15 squadre di volontari della protezione civile di Vicenza, Padova e Verona».

Per l'area la protezione civile aveva diramato un'allerta gialla, ma Zaia tiene a sottolineare che «le allerte sono definite dai tecnici, non dai politici. E comunque l’allerta gialla può portare anche a eventi drammatici, come è accaduto. Allerta gialla non corrisponde a tranquillizzare i cittadini, ma corrisponde comunque a uno stato di allerta».

Zaia: "La sicurezza idraulica sia una priorità del governo"

Stato di emergenza

Sullo stato di emergenza Zaia precisa: «I sindaci saranno parte diligente per il censimento dei danni, non solo nel Vicentino ma anche nella zona del Garda, dove ci sono stati alcuni problemi. La lista dei comuni è aperta, può essere integrata, con la procedura per cui chiediamo la documentazione fotografica sulle opere per cristallizzare la situazione dei danni, raccogliere le dichiarazioni e fare la contabilità dei danni».

Le opere

«Bisogna ancora fare opere idrauliche» sottolinea il presidente «questo governo dovrebbe eleggere come prioritaria la spesa per la messa in sicurezza e la lotta al dissesto idrogeologico. Probabilmente ce l’ha in mente, ma perché questa priorità diventi esecutiva sono necessarie le risorse, e queste si trovano nel Pnrr. Abbiamo 235 miliardi di euro del Pnrr - prosegue - ed è innegabile che una buona fetta non sarà messa a terra nei tempi prestabiliti. L'articolo 14 del trattato sul Pnrr dice che è possibile una rinegoziazione. Anche solo assegnando 1 miliardo per regione si riuscirebbe a fare un grande lavoro. Il Paese deve fare una scelta strategica, noi lo sollecitiamo ad ogni alluvione».

Non manca poi il riferimento all’autonomia: «Se l’avessimo avuta vent’anni fa, oggi avremmo tutt’altro portafoglio di opere».

Oltre alle risorse, sostiene invece Bottacin, «è necessaria una semplificazione normativa». Negli ultimi 5 anni in Veneto, sono stati aperti 2500 cantieri.

L’appello

In chiusura del suo intervento, il governatore Zaia lancia il suo appello ai cittadini: «State distanti da argini e ponti».

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