Operazione antibracconaggio in Veneto: denunciati quattro cacciatori e sequestrati 1.400 uccelli selvaggi

Un settantasettenne è stato fermato mentre rientrava a casa con l’auto carica di selvaggina cacciata senza autorizzazione, scoperto anche un laboratorio abusivo

Maxi operazione antibracconaggio nella Laguna Veneta
Maxi operazione antibracconaggio nella Laguna Veneta

Nella giornata del 27 gennaio, nelle province di Padova e Venezia, i Carabinieri del Nucleo Forestale di Mestre, con il supporto di altre unità territoriali e del Nucleo CITES di Venezia, hanno condotto un’importante operazione antibracconaggio mirata alla tutela della fauna e alla verifica della legittimità delle attività venatorie nella Laguna Veneta.

L’intervento, che ha impegnato i militari dall’alba fino a tarda notte, ha portato alla denuncia a piede libero di quattro persone, deferite alle Autorità Giudiziarie di Padova e Venezia per diversi reati connessi alla caccia illegale e alla macellazione clandestina.

Maxi sequestro di selvaggina e laboratorio abusivo

Uno dei soggetti coinvolti, un 77enne senza licenza di caccia, è stato fermato mentre rientrava a casa con la propria auto, carica di centinaia di esemplari di avifauna cacciati di recente, senza alcun documento giustificativo.

Una successiva perquisizione domiciliare ha portato alla scoperta di un laboratorio clandestino allestito in un capannone/garage per la lavorazione e conservazione delle carni, dotato di macchine spiumatrici, tavoli per la macellazione, strumenti da taglio, ganci per la selvaggina, bilance professionali e frigoriferi/congelatori pieni di capi già lavorati e confezionati.

Durante l’operazione, è stato fermato un cacciatore 46enne che si era recato nel laboratorio per consegnare una cinquantina di alzavole da far lavorare. La successiva perquisizione nella sua abitazione in provincia di Venezia ha portato al sequestro di munizioni da caccia in quantità superiore ai limiti consentiti e di documenti riconducibili all’attività illecita.

Controlli presso un’Azienda Faunistico Venatoria

L’indagine si è estesa anche a una Azienda Faunistico Venatoria della zona, dove i militari hanno acquisito tutta la documentazione relativa agli accessi dei cacciatori e ai permessi di prelievo venatorio. Il legale rappresentante dell’azienda è stato denunciato e nei suoi confronti sono stati sequestrati tre fucili da caccia e oltre 8.500 munizioni, detenute in modo non conforme alle normative di sicurezza.

Il bilancio dell’operazione

L’operazione ha portato al sequestro preventivo del capannone abusivo e di tutte le attrezzature per la lavorazione della selvaggina, tra cui:

Frigoriferi/congelatori contenenti centinaia di esemplari di avifauna confezionati e pronti per la vendita.

Tre fucili e circa 11.000 munizioni da caccia

Telefoni cellulari, agende e appunti manoscritti con informazioni rilevanti per le indagini.

Nel complesso, sono stati sequestrati circa 1.400 capi di avifauna, di cui una decina appartenenti a specie protette non cacciabili (colombelle, oche selvatiche e un esemplare di Moretta tabaccata, specie protetta dalla Convenzione di Washington – CITES). La restante parte comprendeva prevalentemente alzavole, germani reali, fischioni, canapiglie e colombacci.

Reati contestati

Tre dei quattro soggetti denunciati sono indagati per macellazione clandestina (D. Lgs. 193/2007), ricettazione (art. 648 c.p.), detenzione e vendita di specie protette (L. 157/92) e violazione delle norme sulla detenzione di armi e munizioni (L. 110/75).

L’operazione rappresenta un importante passo nella tutela della fauna selvatica e nel contrasto ai traffici illeciti legati alla caccia e al commercio illegale di selvaggina. Le indagini proseguono per individuare eventuali ulteriori responsabilità e destinatari della carne sequestrata

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