Ospedale di Belluno, inaugurata la nuova sala operatoria ibrida: è costata 6,3 milioni
Permetterà interventi di varia natura supportati da tecnologia di alto livello. Il commissario Dal Ben: «Teniamo alto il livello della sanità bellunese», il presidente veneto Zaia: «Un nuovo rinascimento per questo territorio».
Saranno operative da metà febbraio le nuove sale ibrida e di emodinamica dell’ospedale San Martino di Belluno inaugurate oggi, 3 febbraio alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Le due sale si articolano su un blocco aggiuntivo di due piani di 800 metri quadrati. Al piano terra ci sono i locali per la distribuzione dei farmaci e al primo piano ci sono la sala ibrida di 70 metri quadrati, quella di emodinamica di 50 metri quadrati e una sala risveglio.
Le sale sono allestite con tecnologia top di gamma con sistemi di intelligenza artificiale che permette anche delle simulazioni per lo studio preoperatorio, una maggiore precisione negli interventi complessi che si traduce in maggior sicurezza per il paziente. Nelle sale opereranno 30 professionisti al giorno e si stima che saranno trattati duemila pazienti l’anno.
L’opera è costata 6,3 milioni di euro di cui 4,3 milioni dalla Regione Veneto e 2 milioni grazie ad una donazione di un privato cittadino bellunese. Questa somma è servita per 3,7 milioni di euro per i lavori di realizzazione e per 2,64 milioni per l’acquisto dell’attrezzatura. Con queste strumentazioni si potranno eseguire diagnosi rapide e più precise per un tempestivo inquadramento e trattamento, anche grazie all’intelligenza artificiale, ampliando la gamma di interventi oggi possibili.
La sala ibrida
La sala ibrida è di fatto la fusione di due diverse strutture operatorie cioè la sala operatoria tradizionale e la sala angiografica con la presenza di tecnologie di altissimo livello integrate con sistemi di radiologia che permette di operare e allo stesso controllare e guidare attraverso strumenti di imaging le procedure, garantendo maggiore sicurezza al paziente. Può essere usata da tutte le unità operative che usano tecniche chirurgiche avanzate, quindi mininvasive sotto guida radiologica, ma che potrebbero avere necessità di convertire l’intervento in chirurgia classica. Questa sala permetterà di completare l’intervento in sicurezza senza spostare il paziente e senza differire l’intervento ad altro momento.
La sala di emodinamica
La nuova sala di emodinamica permetterà di svolgere l’attività cardiologica diagnostica ed interventistica in un ambiente tecnologicamente avanzato per avere più precisa la definizione delle patologie cardiovascolari e più efficace la cura delle stesse. La sala svolgerà attività di diagnostica e di interventistica coronarica intervenendo su sindromi coronariche acute, infarto miocardico, cardiopatia valvolare e scompenso cardiaco.
I commenti
«L’idea di questa sala è nata diversi anni fa ed è importantissima per tenere alto il livello della sanità bellunese», ha commentato il commissario straordinario dell’Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben all’inaugurazione della struttura, «che evidenzia come nei nostri reparti ci siano strumentazioni di altissima tecnologia con sistemi all’avanguardia ed evidenzia come la Regione Veneto sia attenta a questo territorio».
«Oggi», ha esordito anche il presidente della Regione, Luca Zaia, «siamo venuti a dire che come Regione non gettiamo la spugna, anche se in questo territorio il lamento è la quotidianità. Sappiamo che non è facile fare sanità in territori con meno di 200mila abitanti», ha precisato Zaia ricordando che comunque la situazione è difficile soprattutto per la carenza di medici anche se «con questi numeri bassi siete riusciti a produrre il 4% in più di prestazioni». Il presidente veneto ha ribadito inoltre che il futuro della sanità non è riempire gli ospedali, «ma dobbiamo investire su professionisti, su tecnologia. E’ un cambiamento epocale che stiamo attraversando e questa provincia sta vivendo un nuovo rinascimento. Questa provincia, infatti, rispetto ad altre, ha un futuro maggiore perchè tutto quello che stiamo facendo ridurrà il gap logistico. Con la tecnologia, infatti, come la telemedicina si possono accorciare le distanze tra territori senza spostare i pazienti. Con questi investimenti la sanità bellunese potrà uscire dal cono d’ombra», ha concluso Zaia non tralasciando il forte impulso che verrà anche dalle Olimpiadi invernali 2026 e quelle giovanili del 2028 che si terranno sempre tra le Dolomiti.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi