Peste suina africana, Confagricoltura Veneto chiede un incontro in Regione
Si chiede maggiore attenzione al controllo della popolazione di cinghiali, vettori principali del virus, per proteggere l'agricoltura e il settore suinicolo, che ha un valore di 290 milioni di euro
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La preoccupazione nelle aziende di allevamento suinicole resta alta a causa della minaccia della Peste Suina Africana (PSA), che ha già colpito gravemente il Nord Italia. Fino ad oggi, il virus ha decimato circa 120.000 suini nelle regioni di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana.
Sebbene il Veneto sia rimasto immune, la diffusione del virus si avvicina sempre di più, con focolai a meno di cento chilometri dai confini regionali. Per questo motivo, Confagricoltura Veneto ha deciso di sollecitare un incontro con la Regione per discutere delle misure di controllo e prevenzione, in particolare per quanto riguarda la gestione della popolazione di cinghiali, principali vettori di trasmissione del virus.
Serve un tavolo urgente
Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, e Rudy Milani, presidente della federazione nazionale di prodotto dell'organizzazione, hanno inviato una lettera agli assessori regionali Manuela Lanzarin, Federico Caner e Cristiano Corazzari, chiedendo un aggiornamento sulle azioni di biosicurezza e sui risultati ottenuti finora.
In particolare, Confagricoltura chiede una maggiore attenzione al controllo della popolazione di cinghiali, un'azione che si è dimostrata fondamentale nel contenere la diffusione del virus in altre regioni.
«Ricordiamo che l'aggiornamento continuo della situazione è un impegno assunto negli incontri dello scorso anno – spiegano Giustiniani e Milani –. Riteniamo che sia essenziale mantenere vivo il confronto tra le istituzioni e il mondo della produzione per rafforzare l'attività di prevenzione».
La lettera evidenzia come gli interventi di depopolamento controllato e le misure di biosicurezza nelle zone più a rischio, supportati dal commissario straordinario per la Psa Giovanni Filippini, abbiano dato risultati positivi nel prevenire la diffusione del virus in altre aree.
Il piano di contenimento, come sottolineato dal commissario Filippini, punta a mantenere la Peste Suina Africana all'interno delle zone infette, evitando che il virus si diffonda ulteriormente. Le misure includono il controllo degli assi autostradali principali (A15 e A1), la creazione di varchi recintati per impedire il transito dei cinghiali, il depopolamento controllato della fauna selvatica e il rafforzamento delle misure di biosicurezza negli allevamenti suinicoli.
I dati
A oggi, la Peste Suina ha colpito non solo il Nord Italia, ma anche il Sud, con focolai in Campania, al confine con la Basilicata, e in Calabria. La situazione è stata parzialmente contenuta grazie agli interventi messi in atto in Sardegna, dove il virus è stato eradicato nel settembre scorso dopo 40 anni di lotta. Recentemente, si sono registrati casi anche a Roma e provincia.
Secondo i dati di Veneto Agricoltura, le province venete con il maggior numero di suini sono Verona (318.000 capi), Treviso (149.000), Padova (91.000) e Vicenza (40.000). Il valore della produzione del settore suinicolo veneto nel 2022 è stato stimato dall'Istat in 290 milioni di euro, una cifra che rende chiara l'importanza del settore per l'economia regionale.
Confagricoltura ribadisce l’urgenza di adottare politiche di prevenzione efficaci, con particolare attenzione al controllo dei cinghiali, per evitare che la Peste Suina Africana raggiunga anche il Veneto, minacciando il settore agricolo e suinicolo regionale.
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