Salvato a Treviso, il politologo Parsi non dimentica: «Grazie di cuore, ho una nuova vita»
Vittorio Emanuele Parsi, volto noto della televisione, ricorda l’operazione al Ca’ Foncello un anno fa. Zaia: «Un riconoscimento alla nostra sanità d’eccellenza»
«Esattamente un anno fa, a Treviso, mi salvavate la vita. Grazie di cuore, è il caso di dirlo, a tutto lo staff di cardiochirurgia, terapia intensiva e pronto soccorso del Ca’ Foncello». Con questi pochi caratteri pubblicati domenica 29 dicembre su X, il politologo torinese Vittorio Emanuele Parsi torna a quei giorni drammatici di dicembre in cui si è trovato ad un passo dalla morte.
Esattamente un anno fa, a Treviso, mi salvavate la vita. Grazie si cuore, è il caso di dirlo, a tutto lo staff di cardiochirurgia, terapia intensiva e pronto soccorso del Ca"Foncello.
— Vittorio Emanuele Parsi (@VEParsi1) December 28, 2024
Il professore della Cattolica e volto noto in televisione dove spesso è ospite di talk show, un anno fa si trovava a Cortina per presentare il suo ultimo libro quando è stato colto da un malore sul palco. Da lì la corsa disperata al Codivilla e poi il trasferimento al Ca’ Foncello di Treviso dove Parsi, 62 anni, ha subito un delicatissimo intervento. Un’operazione durata otto ore con fasi in circolazione extracorporea e scarse chance di riaprire gli occhi. Cruciale l’operato dei medici dell’ospedale trevigiano che il professore ha ringraziato a più riprese in occasioni pubbliche, e ancora una volta domenica sui social, con poche parole, ma dense di gratitudine.
Lo stesso ha fatto anche la compagna del professore Parsi, la giornalista e conduttrice di La 7 Tiziana Panella, che all’indomani del suo risveglio dal coma ha ringraziato in diretta su Tagadà i medici del reparto di cardiochirurgia di Treviso.
Un mese fa il politologo ha ricostruito in una lunga intervista al Corriere della Sera quei giorni sospesi fra la vita e la morte. «Ho ancora la sensazione che sia stato il desiderio di rivedere la mia compagna, Tiziana, a svegliarmi dal coma, che è durato una settimana. Altrimenti mi sarei lasciato andare» ha risposto in merito alla sua «esperienza pre-morte», in un racconto che è una dichiarazione d’amore a Panella, e alla vita.
«Parsi, le sue parole ci onorano – ha commentato domenica il presidente della Regione Luca Zaia in riposta al tweet del professore – Il suo gesto rappresenta un riconoscimento per il lavoro straordinario che i nostri professionisti della sanità svolgono ogni giorno, spesso lontano dai riflettori. La sua testimonianza dà voce a un impegno silenzioso, ma fondamentale, di medici, infermieri e operatori sanitari che, con dedizione e competenza, garantiscono sicurezza e salute a tutti i cittadini, anche nei momenti più critici e durante le festività. Ricordarsi di loro, come ha fatto lei, non è scontato, e questo rende le sue parole ancora più significative. Per noi, ricevere attestazioni come la sua è il miglior regalo di Natale, un incoraggiamento a continuare su questa strada. A nome mio e della Regione Veneto - conclude il governatore - un sincero ringraziamento e i miei più calorosi auguri».
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