Tragedia a San Zenone, operaio di 49 anni muore in fabbrica

Francesco Ponzetta si è accasciato mentre stava lavorando alla Metalcolbe Metalpress. Inutile il tentativo di rianimazione da parte del titolare in attesa dei soccorsi

Toni Venturato
La vittima Francesco Ponzetta
La vittima Francesco Ponzetta

Dramma sul lavoro giovedì mattina, 19 dicembre, alla Metalcolbe Metalpress di via dell’Artigianato a San Zenone, azienda specializzata nello stampaggio di lamiere per il settore edile. Francesco Ponzetta, 49 anni, si è accasciato a terra mentre era al lavoro nell’area produttiva dello stabilimento. Inutili i tentativi di soccorso e rianimazione: l’uomo è morto. Solo pochi giorni prima l’operaio aveva superato la visita medica aziendale, che ne aveva attestato l’idoneità fisica all’impiego nell’impresa di San Zenone.

Il dramma nel turno del mattino

Il dramma si è verificato intorno alle 9, meno di due ore dopo l’inizio del turno delle 7.30. Ponzetta, descritto da colleghi e amici come un uomo attivo, ha accusato un improvviso malessere, accasciandosi a terra. Immediata la reazione dei presenti, che hanno allertato il 118 e tentato di prestare i primi soccorsi. Sul posto sono giunti tempestivamente i sanitari del Suem di Pedemontana emergenza, partiti da Crespano.

L'azienda dove è avvenuta la tragedia
L'azienda dove è avvenuta la tragedia

Nel frattempo, il titolare dell’azienda, Stefano Colbertaldo, ha praticato il massaggio cardiaco per venti minuti, aggrappandosi alla speranza di poter salvare il suo collaboratore. Purtroppo, nonostante gli sforzi, il cuore di Ponzetta non ha ripreso a battere. I carabinieri di Asolo sono intervenuti per avvisare i familiari e svolgere i rilievi. Il personale sanitario ha confermato il decesso per cause naturali.

Chi era

Ponzetta lascia la moglie Sandra e un figlio di 22 anni. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per i necessari accertamenti. Solo dopo il nulla osta sarà possibile stabilire la data delle esequie. Originario di Ugento, in provincia di Lecce, l’uomo viveva nel Trevigiano da oltre trent’anni. Alla Metalcolbe Metalpress lavorava da vent’anni, costruendosi una reputazione impeccabile.

«Era un collaboratore esemplare, sempre disponibile e stimato non solo dai colleghi ma da chiunque lo conoscesse anche al di fuori del lavoro», ha dichiarato Colbertaldo, visibilmente scosso.
 

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