Veneto Banca, risparmiatori a rischio di non ricevere i ristori

Le associazioni Federcontribuenti ed Ezzelino da Romano lanciano un allarme per il rischio che il Fondo Indennizzo Risparmiatori venga destinato a spese generali e non ai truffati dal crac di Veneto Banca

Daniela Greganin
Manifestazione del Coordinamento associazioni banche popolari venete
Manifestazione del Coordinamento associazioni banche popolari venete

È un grido di allarme forte quello lanciato a Padova dalle associazioni Federcontribuenti ed Ezzelino da Romano, che da quasi dieci anni chiedono giustizia e ristori, visto che rappresentano i risparmiatori traditi dal crac di Veneto Banca.

Allo stato attuale i rischi sono due: il primo è che il Fondo Indennizzo risparmiatori- Fir- da 240 milioni di euro, istituito da Renzi nel 2018, tramite la legge 145, possa essere destinato a spese generali e non più inserito nella Finanziaria che sarà chiusa entro la fine di questo mese.

Il secondo è che vada ancora per le lunghe l’assegnazione alla società Pegaso- unica partecipante e vincitrice dell’asta due anni fa- dell’ultimo asset Ferak, che era rimasto in seno a Veneto Banca e dal valore base di 56 milioni di euro.

«Non capiamo perché i liquidatori stiano facendo melina, è un dato oggettivo e inequivocabile che Pegaso abbia vinto il contest e che possa già ora ristorare i risparmiatori», sottolinea Marco Paccagnella presidente di Federcontribuenti.

«Cosa o chi impedisce che la società aggiudicatrice possa fare quello per cui ha partecipato all’asta? Cosa c’è sotto?», chiede Patrizio Miatello presidente di Ezzelino da Romano. Entrambi i rappresentanti vogliono che 200 mila risparmiatori - 80 mila i veneti-, possano avere un ristoro.

«Chiediamo al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al presidente del Veneto Luca Zaia e a tutti i parlamentari veneti di vigilare, di farsi portavoce di questa drammatica situazione e del rischio che i fondi del Fir finiscano nella spesa generale dello stato», dice Patrizio Miatello.

«Sospettiamo che i soldi del Fir se non saranno riconfermati nel 2025, possano essere reimpiegati a sostegno dell’automotive, ovvero dei soliti noti», sostengono i due presidenti, che la settimana prossima faranno un esposto alla Procura generale della Repubblica di Venezia a quella di Treviso, per spingere chi dovere ad assegnare il ricavato dell’asta.

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