Cosa ci dice l’esito delle elezioni europee per il Nordest
A Forza Italia non riesce di scavalcare la Lega, ma Fratelli d’Italia ora pretende di costruire una sua leadership per il dopo Zaia
- Fratelli d’Italia conferma il successo delle Politiche 2022
- La Lega regge all’assalto di FI e resta appena sopra al 10 percento
- Il Pd ritrova slancio: la sfida Meloni-Schlein rafforza entrambe
- Il centrismo fallisce il colpo con l’ex tandem Renzi-Calenda
E dunque? A quanto pare aveva ragione chi, alla vigilia di questo election day, pronosticava un esito non sconvolgente per il quadro politico nazionale. Certo, ci vuole una certa miopia politica – meglio, il paraocchi – per non vedere cosa è accaduto (e sta accadendo, non è finita) in questa tornata europea. Ed è difficile credere che la brusca frenata al treno franco-tedesco e il forte vento di destra soffiato in giro per il vecchio continente non avranno ripercussioni anche sulla politica interna. Per non parlare degli ultranazionalisti austriaci targati FPO che hanno scalato tutte le tappe, rendendo omaggio postumo al leader storico Jorg Haider, un carinziano che altoatesini e friuliani hanno ben conosciuto. Forse, addirittura, il primo vero populista di destra ben prima che quel termine diventasse d’uso comune.
Dunque, a livello italiano Fratelli d’Italia supera se stessa, ossia l’exploit alle Politiche del 2022. Male per la sinistra? Non proprio, anzi: la nuova polarizzazione fa bene anche al Pd, visto che il partito si avvicina a quattro punti di distanza. Le due leader tengono il punto, insomma. Il distacco tra i due principali partiti delle coalizioni è una delle metriche per misurare queste elezioni.
Nel campo del centrodestra, per tutta la notte Forza Italia ha inseguito la Lega, sino a scavalcarla. Berlusconi è morto (tranne che sui manifesti elettorali del partito), ma è Salvini a non sentirsi troppo bene, verrebbe da dire. Questa sfida tutta interna alla coalizione di Governo si trasferisce armi e bagagli a Nordest, senza registrare terremoti rispetto al dato nazionale.
La differenza è tutta qui: 9,7 contro 9,2 percento per Forza Italia sulla Lega a livello nazionale, 10,2 contro 7 percento per la Lega su Forza Italia a livello Nordest. Nel Veneto di Zaia, un ulteriore scalino a favore della Lega: 13,1 contro 8,6. A rileggere le Europee 2019, con uno stratosferico 34,3 percento, viene da pensare a quale patrimonio politico sia stato dilapidato in così poco tempo.Tajani e Tosi hanno a lungo sognato il colpaccio, il sorpasso dell’alleato anche a casa sua, ma l’operazione non è riuscita.
Lassù in alto, tra i due contendenti, la leadership è saldamente nelle mani di Fratelli d’Italia che è qui appena al di sotto dell’esito di un anno e mezzo fa: allora, fu 32,6 percento in Veneto e 32,3 in Friuli Venezi Giulia, oggi siamo al 31,9 percento.
Si riapre la partita per il dopo Zaia in Veneto
De Carlo e Speranzon, ossia la governance dei Fratelli in Veneto, hanno tutte le carte per ribadire – e lo hanno fatto – che il prossimo governatore del Veneto, o meglio l’indicazione del leader di coalizione, spetterà proprio a loro. La Lega può continuare a giocarsi Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ma è tempo che ceda Venezia.
Il Partito Democratico, rialza la testa, migliorando – con il suo 26,6 percento – anche le Europee 2019 (allora fu 22,7) ma staccando di parecchi punti sulle Politiche: 18,5 in Fvg e 16,1 in Veneto. Possibili alleanze, larghe intese e anche “pastrocchi” deriveranno da scenari politici non ancora ben definiti. Ad esempio, con Azione e Stati Uniti d’Europa – ossia Calenda e Renzi - sotto la soglia d’ingresso, i seggi saranno redistribuiti.
Le ambizioni di Conte, e del suo M5s, si sono rivelate malriposte ma il dato estremamente negativo a Nordest (5.8 contro il 17,1 delle Europee 2019 e il 5,8 Veneto 7,4 Fvg del 2022) non deve stupire più di tanto. A queste latitudini, il Movimento non ha mai attecchito. Merita certo più che un cenno l’ottimo risultato di Alleanza Verdi Sinistra, che con ogni probabilità intercetta un mix tra elettori di ritorno, indecisi dell’ultima ora ma anche giovani e donne trascurati da larga parte dei partiti “mainstream”.
E adesso? Ora scatta il tempo delle analisi e delle dichiarazioni. Quella di centrodestra si è rafforzata nel suo insieme, non è certo il momento della resa dei conti ma è evidente che per la Lega il punto di non ritorno sembra sempre più vicino. Sarà interessante dare una occhiata alle preferenze di Vannacci, “caldamente osteggiato” sia dietro che davanti al palco leghista. Per ora possiamo dire che Bonaccini ha preso quasi il triplo di preferenze.
L’ultimo, poderoso strappo tra Salvini e la vecchia Liga.
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