Seggi al Parlamento europeo: Zan sceglie il Nord Est, Zanoni fuori
E alla fine Alessandro Zan ha scelto il Nord Est. Rappresenterà il Veneto, nella circoscrizione che comprende anche Friuli Venezia Giulia, Emilia- Romagna e Lombardia, nel ruolo di europarlamentare.
Lo ha annunciato lui stesso, con una fotografia da Bruxelles, mostrandosi sorridente di fronte al palazzo del Parlamento Ue, con attorno al collo il badge da europarlamentare.
E allora, nonostante gli appelli arrivati da più parti alla segreteria per una scelta orientata a Nord Ovest, rimane fuori il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni, il primo dei non eletti, che sarebbe “scattato” soltanto se Zan avesse optato per l’altra circoscrizione.
Eletti, insieme a lui, la vicentina Alessandra Moretti (che ha centrato il bis), il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e la bolognese Elisabetta Gualmini, e poi Annalisa Corrado, paracadutata da Civitavecchia.
Si racconta che la scelta di “piazzare” Zan, deputato del Partito Democratico e responsabile dem per i diritti civili, in due circoscrizioni – unico caso, oltre a quello di Elly Schlein – sia stata dovuta proprio alla presenza di Corrado, molto vicina alla segretaria nazionale. Se al Pd non fosse riuscito l’exploit, allora Zan sarebbe stato “sacrificato”, e spostato a Nord Ovest, per favorire Corrado. Ma, dato che la candidata è riuscita a farsi eleggere con le sue gambe, allora questo “sacrificio” non è più necessario.
Prima di Zan, si era mosso Mimmo Lucano, il più votato a Nord Est di Alleanza Verdi Sinistra. Il sindaco di Riace, però, ha deciso di optare per il Sud Italia, consentendo quindi l’elezione al Parlamento Europeo di Cristina Guarda, la consigliera regionale di Europa Verde, che ha dedicato buona parte della legislatura alla battaglia ambientalista contro i Pfas. Al suo posto, nel “Parlamentino” veneto arriverà il bassanese Renzo Masolo.
Ancora nessuna notizia, invece, da Roberto Vannacci, il cui futuro si intreccia inevitabilmente a quello dell’eurodeputato uscente Paolo Borchia. Salviniano di ferro, centrerà il bis soltanto se il generale sceglierà un seggio differente da quello del Nord Est. Cosa assai probabile, del resto. Vannacci dovrebbe sciogliere le riserve intorno al fine settimana, ma la decisione sembra ormai presa: il Nord Ovest.
Scattare a Nord Est, per il generale, significherebbe privare il Veneto di eurodeputati, visto che l’altra eletta a queste latitudini è la sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint. Scattare altrove significherebbe escludere la salviniana Susanna Ceccardi al centro, oppure la nuova conquista leghista Aldo Patriciello (ex Azzurro) al Sud. Per questo, la scelta più naturale sembra essere quella dell’Italia nordoccidentale, che verrebbe pure accompagnata dal “benefit” dell’esclusione dal Parlamento Europeo di Angelo Ciocca, leghista di rito bossiano, co-fondatore, insieme al “neo espulso”Paolo Grimoldi, del Comitato Nord.
L’ultima incognita riguarda Flavio Tosi, coordinatore veneto di Forza Italia e deputato, candidatosi alle Europee soprattutto per trainare il partito, ma che adesso potrebbe averci preso gusto. Se, come il coordinatore nazionale Antonio Tajani, dovesse rifiutare, al suo posto in Europa sarebbe eletta Sandra Savino dal Fvg. Mentre, se dovesse decidere per l’Ue, Tosi lascerebbe un posto in Parlamento a un veronese.
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