Milan, maglia ciclamino imperiale: che impresa che ha fatto Johnny
Il bujese non riesce a sprintare come sognava a Roma
Le fatiche nelle ultime tappe di montagna hanno pesato
Ma c’è solo un leader a punti più giovane di lui: Saronni
Il Milanissimo di questo Giro si aveva (e ci aveva) fatto venire a tal punto la bocca buona che la volatona vincente ai Fori Imperiali sembrava quasi cosa fatta. Invece, l’ultimo sprint del Giro ha respinto il ragazzone di Buja, pilotato alla perfezione dai suoi compagni di squadra della Bahrain, ma risucchiato nel gruppo mentre la “pallottola” Mark Cavendish, come ai vecchi tempi, si fiondava sul prestigioso traguardo.
«Avevo mal di stomaco», ha confidato ai familiari e agli amici arrivati anche stavolta da Buja. Le fatiche in montagna e il malessere prima del tappone hanno lasciato il segno. Il tempo di uno sprint, col Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sul palco d’onore si spellava le mani per questi ciclisti che hanno impreziosito il pomeriggio romano. Il tempo di uno sprint è, però, durato il broncio della maglia ciclamino.
Milan è entrato nella tenda dietro il palco per prepararsi alla cerimonia di premiazione della classifica a punti, messa al riparo dalle velleità del canadese Derek Gee (Israel) nella tappa di Caorle. Uscito, ha trovato la fidanzata Samira, naturalmente vestita di ciclamino per l’occasione, e che era arrivata in treno la mattina dal Friuli assieme al papà e alla mamma del campione olimpico, Elena e Flavio, all’inossidabile nonna Marcella e a un manipolo di amici del cuore.
E subito a Jonathan, vincitore della tappa di San Salvo e con quattro secondi posti in bacheca frutto di volate cariche di talento e di messaggi per il futuro di “sprinterlandia” il tutto all’esordio al Giro, è tornato a sorridere.
Chiamato sul palco della premiazione, il bujese ha trovato ad attenderlo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lo spumante e il trofeo dedicato alla maglia ciclamino, una classifica a punti che frutterà a lui e al suo team un bel gruzzoletto tra premio finale e quattrini incassati a ogni tappa per indossarla (750 euro al giorno, oltre 15 mila in totale). Milan sorride, porta il bottiglione al manipolo di bujesi, posa per una foto ricordo con l’ambasciatore del Bahrain e si prende i complimenti, dopo quelli del responsabile della Farnesina, anche quelli del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ben conosce il campione per aver assistito dal vivo al trionfo olimpico del quartetto, e del ministro dello Sport, Andrea Abodi.
Per dare l’idea di quello che ha fatto Milan: in ciclamino dalla seconda tappa, il fuoriclasse è il secondo atleta più giovane a vincere la prestigiosa maglia del Giro dopo Beppe Saronni nel 1979. Milan ha 22 anni e 239 giorni, Saronni nel 1979 aveva 21 anni e 257 giorni. Altro che broncio Jonny
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