Sta male, non dorme, ma non molla: Milan ancora ciclamino
Il campione di Buja reagisce alla grande, finisce la tappa stremato scortato dai compagni ma resta in corsa

MISURINA. «Questa foto è la sintesi della giornata di oggi», parola di Franco Pellizotti, il ds friulano della Bahrain Victorious. La foto è quella che vedete sopra. Ci sono Arashiro, Pasqualon e Sutterlin che scortano sul traguardo delle Tre Cime di Lavaredo la maglia ciclamino Jonathan Milan 43’20” dopo l’arrivo di Santiago Buitrago, il loro compagno di squadra che aveva vinto la frazione più attesa del Giro con un numero sulle Tre Cime di Lavaredo.
Ma un capolavoro ieri l’ha fatto anche il 22enne di Buja, che aveva passato una notte insonne tra vomito e malesseri intestinali. Per chi frequenta un po’ l’ambiente del ciclismo e in generale dello sport se ti capita una cosa del genere alla vigilia del tappone dolomitico è come se tu fossi un condannato a morte in attesa dell’esecuzione.
Nel ciclismo devi recuperare dalle fatiche, dormire, alimentarti adeguatamente, mettere benzina e benzina nei muscoli. Se questo circolo virtuoso si interrompe, hai 22 anni, sei alla prima esperienza al Giro e sei pure un velocista che deve portarsi su e giù per le salite ben 85 kg, che vanno bene negli sprint ma con la strada all’insù sono zavorra, allora le cose si fanno dure.
Eppure Milan non si è arreso. Troppo forte il desiderio di correre sabato sulle strade di casa la crono del Lussari e, domani, di finire il suo primo, grandioso, Giro in maglia ciclamino a Roma davanti ai suoi familiari e alla sua Samira. E così il ragazzone ha cominciato a macinare km riuscendo a stare col gruppo maglia rosa sul Campolongo e praticamente anche sul Valparola perdendo terreno sul Giau come altri velocisti. Ma guardato a vista dai tre angeli custodi, che l’hanno scortato al traguardo. A Misurina, 8 km dalla fine il gruppetto Milan è passato 35 minuti dopo i la coppia di testa Ma con le Tre Cime da fare. Lì ha sofferto le pene dell’inferno Milan, sostenuto sempre dai ragazzi, la scure del tempo massimo era posta a 58 minuti dopo l’arrivo del primo. Jonathan è arrivato 43 minuti dopo il primo stravolto, ma felice anche se non riusciva a salire quasi la scaletta del palco premiazioni o ha fato fatica a reggere il bottiglione di Prosecco. Ma il traguardo l’ha tagliato sofferente ma felice: lo si vede dalla foto e, curiosità davanti a colui che lo aveva battuto a Caorle, quell’Alberto Dainese giunto ultimo a 45 minuti da Buitrago ma anch’egli sollevato.
E davanti? Primo un anno fa a Lavarone, il colombiano, reduce di una fuga a 14 dall’inizio col canadese Derek Gee (Israel), ha seguito alla lettera i consigli del ds Pellizotti in ammiraglia e ha raggiunto e staccato il rivale poco prima dell’ultimo km. Festa tripla in casa Bahrain, perché Damiano Caruso, ieri ottimo, è risalito 4° a 4’11 dalla rosa con Milan è sempre in ciclamino. E sabato partirà per la crono da Tarvisio alle 11.52. Lo stadio del Lussari sarà tutto per questo eroe.
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