Olimpiadi 2026, tramonta il Consorzio locale. Padrin: «Servono iniziative»

La Provincia di Belluno rinuncia al Consorzio per diventare sponsor delle Olimpiadi 2026, ma punta su marketing turistico e opere chiave come Socrepes e le varianti

Alessandro Michielli
Il presidente della Provincia d iBelluno Roberto Padrin
Il presidente della Provincia d iBelluno Roberto Padrin

Niente da fare per il Consorzio bellunese a supporto delle Olimpiadi A fine novembre, la Provincia di Belluno, Dmo Dolomiti Bellunesi, Confindustria Belluno Dolomiti e Camera di Commercio avevano comunicato la volontà di sedersi ad un tavolo per valutare se, unendo le forze, fosse ancora possibile formare un consorzio di aziende bellunesi per diventare partner di Fondazione Milano Cortina 2026.

Lo stimolo era stato lanciato da Claudio Palladi, ceo di Rigamonti e presidente del Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina (Daq), che suggeriva di intraprendere la strada del Consorzio unendo le forze pubblico e privato, come fatto in Valtellina.

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Una possibilità che ormai sembra tramontata definitivamente: «Da parte nostra porteremo avanti iniziative di marketing turistico e cercheremo di coinvolgere l’intero territorio, perché i Giochi sono un’opportunità per tutta la Provincia», afferma Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno. «Ma non ci sono più i tempi per diventare sponsor di Fondazione MiCo, anche se il rapporto è ottimo e lavoriamo con loro tramite Fondazione Cortina».

«I primi di gennaio sono stato a Livigno e Bormio per capire come stavano portando avanti il discorso legato alle Olimpiadi e Paralimpiadi. Loro hanno un ente preposto, soprattutto la provincia di Sondrio, di cui fanno parte Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio. Ente che raccoglie risorse importanti e che può fare interventi che noi sinceramente non possiamo realizzare ad oggi».

«Per questa settimana abbiamo convocato un tavolo con i sindaci di Cortina, Belluno e Feltre, Dmo, Fondazione Cortina, Consorzio Bim e tutte le categorie compresa la Camera di Commercio. Lo facciamo per affrontare un tema: bisogna informare tutti su quelle che saranno le conseguenze dei Giochi, i trasporti, le scuole, la fiaccola olimpica, la brandizzazione, tutti temi su cui bisogna lavorare».

Opere infrastrutturali

«Socrepes è un’opera che mi auguro possa essere fatta e spero si superino tutti i problemi», prosegue Padrin.

«Mi pare ci siano i presupposti per risolvere quelle problematiche ambientali che c’erano fin dall’inizio e che si dovevano sistemare prima. Siamo ancora nei tempi: questa opera però deve essere fatta bene, perché ci rendiamo conto che oggi, con i cambiamenti climatici in atto, bisogna avere certezze da tanti punti di vista. Quindi spero che nel giro di poco tempo la valutazione di impatto ambientale sia positiva e che quest’opera possa partire, perché si tratta di un impianto fondamentale in vista dei Giochi olimpici, ma soprattutto nel post Olimpiadi».

Se non venisse costruita ci sarà la diminuzione del pubblico: «Sicuramente questa è un’opera di legacy strategica per il territorio», dice Padrin. «Le altre opere importanti sono le tre varianti, vitali in generale, ma anche per le Olimpiadi».

Ma forse non saranno pronte per i Giochi: «Chiaro, anche li sapevamo che sarebbe stata una corsa contro il tempo», prosegue Padrin.

«La deadline era fissata per fine 2025, quindi bisognerà vedere con le imprese a che punto sono. So che stanno lavorando giorno e notte, quindi da questo punto di vista l’impegno è totale. Chiaro, le gallerie hanno dei tempi di realizzazione abbastanza chiari. San Vito, invece, è più complicata dal punto di vista del tracciato. Il bel tempo ha aiutato a velocizzare, quindi mi auguro che vengano concluse entro il 2025, anche perché dovevano essere pronte per i Mondiali del 2021. Faremo con Anas il punto della situazione fra qualche settimana e capiremo quale è lo stato dei lavori. Spero anche che venga fatto un primo piccolo intervento per migliorare il traffico su Cortina e poi che venga fatta la circonvallazione che per me è un’altra delle opere strategiche, perché ovviamente portare il traffico pesante nel centro della Conca è negativo e va risolto. Ma ci vogliono risorse importanti, quindi mi auguro che l’attenzione verso questo territorio non si esaurisca con le Olimpiadi, ma possano andare avanti anche dopo».

«La Provincia ha bisogno di altri interventi infrastrutturali», conclude Padrin. «Penso all’Agordina, una strada che deve essere messa in sicurezza o il collegamento del feltrino con la Pedemontana che sono di fatto le grandi opere infrastrutturali inserite nel piano che la Provincia ha presentato al Governo. Spero che questi progetti vadano avanti».

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