Denis, il pioniere delle pecore da latte in Estonia
Denis Pretto, 40 anni vicentino, le chiama per nome. Esperto di genetica, ne ha fatto un business.
«Mancava questa fetta di mercato, i formaggi erano costosissimi. Sono a Tartu per amore»
Sceglie le migliori, se ne prende cura, le chiama per nome, è un esperto di genetica e ci ha fatto il business.
Denis Pretto, 40 anni, di Quinto Vicentino, è il pioniere delle pecore da latte in Estonia. Undici anni fa si è trasferito a Tartu, seconda città dopo la capitale Tallinn e da sei anni ha messo in piedi il caseificio “’Viinamärdi Talu” (Viinamärdi è il nome del lago vicino) dove produce più o meno una tonnellata tra yogurt, formaggi e gelato ogni settimana.
È leader nel settore, nell’arco di 1000 km, fino al confine con la Polonia, c’è solo lui e nel 2025 punta a raddoppiare il fatturato. «Mancava questa fetta di mercato – racconta –. I formaggi di capra arrivavano dalla Francia, dall’Italia, dalla Spagna e costavano un occhio della testa. Qui a Tartu c’erano tante pecore da carne e piccole aziende di capre. Unendo conoscenza del settore e passione abbiamo avviato una bella attività».
Denis com’è finito in Estonia, paese grande quanto il Triveneto al confine con la Russia?
«Sono qui per amore. Senza mia moglie Annemari, estone, non avrei fatto nulla. Sono laureato in agraria con un dottorato in “genetica animale”; anche mia moglie ha un dottorato nel settore. Abbiamo acquistato una vecchia fattoria con 50 ettari di verde abbandonata durante il periodo sovietico. Studio del settore, business plan, mutuo in banca, un po’di incoscienza e l’avventura è cominciata».
Quanto costa una buona pecora da latte?
«Una pecora da latte adulta di buona genetica costa circa 1000 euro, può arrivare a 1500. Se non si hanno pretese i prezzi partono da 200 euro».
Come si scelgono quelle migliori?
«Dipende dalla razza. Sei anni fa abbiamo importato i primi 80 esemplari francesi Lacaune. Sono le più produttive. Fisicamente si differenziano da quelle da carne: sono più alte, hanno il collo lungo, la mammella fine e gentile. In Italia c’è la razza sarda e la massese, ma non mi convincevano. Sono un amante della genetica, curo le figlie e le figlie delle figlie».
Come se ne prende cura?
«La prima cosa è il nutrimento. La miscelata deve essere di ottima qualità. Un’azienda estone mi prepara i concentrati di proteine giusti che vanno tarati in basse all’età e a quanto latte produce. Ho 200 pecore, divise in 6 gruppi, per caratteristiche e produzioni simili. Metà sono in lattazione, metà in asciutta (cioè aspettano un agnellino ndr). Ho due dipendenti che mi aiutano, ne sto cercando altri. Il lavoro in stalla richiede due ore la mattina e due la sera. Bisogna mungerle – il sistema è semiautomatico – e dare loro da mangiare. Servono soprattutto dedizione e amore: chi non ama i propri animali va in fallimento».
Come si apre un’azienda del genere in Estonia?
«È molto più semplice rispetto all’Italia. Si fa tutto on line. Abbiamo passato un solo ufficio, basta la carta d’identità elettronica. Il nostro era un progetto innovativo, la banca ha visto i nostri curricula e ci ha sostenuto. I primi due anni non sono stati facili, ma dopo sei anni nel mercato le cose funzionano».
Le richieste superano la capacità produttiva.
«Quando abbiamo aperto c’era diffidenza. Gli estoni conoscevano la carne di pecora, ma non il latte. Il primo anno abbiamo organizzato molte degustazioni. L’anno prossimo punto a raddoppiare il fatturato con l’ampliamento del caseificio. Mi serve una stanza più grande per il packaging e voglio aprire una caffetteria dove serviremo gelato e piccoli snack».
Che distribuzione avete?
«Distribuiamo i prodotti ai supermercati, il 70% della produzione va nella capitale, Tallinn, dove ogni supermercato ha uno scaffale per le aziende locali. Riforniamo dai 25 ai 30 negozi ogni settimana e una decina di ristoranti».
La passione da dove arriva?
«Sono cresciuto in campagna, in mezzo agli animali. A Quinto Vicentino i miei genitori gestivano un’azienda agricola con vacche da latte. Sono figlio unico e ho sempre seguito papà Livio nel suo lavoro. Già a 10-12 anni facevo il formaggio a casa. È una passione che viene da lontano».
Che animali sono le pecore?
«Sono animali intelligenti e docili. Il nostro è un rapporto di lavoro, a volte rompono, ti fanno tribolare, ma sono il mio antistress».
Per vedere il suo caseificio i visitatori pagano 8 euro. Cosa impensabile in Italia.
«Siamo gli unici qui in Estonia ad avere un’attività simile. In Italia ce ne sono molte. La settimana scorsa è venuta una tv estone con uno chef famoso per un servizio. Ci appoggiamo ad alcune agenzie turistiche, d’estate arrivano pullman di turisti in gita: visita al caseificio, alla stalla e degustazione dei formaggi. Collaboriamo con le scuole, tanti bambini vengono a trovarci, facciamo il formaggio con loro».
Le manca l’Italia?
«All’inizio sì, ora no. Gli inverni sono rigidissimi, con punte di meno 20 gradi di giorno, ma il freddo non mi spaventa. Qui sto bene, ho mia moglie, i miei due figli, gli amici. Ringrazio di cuore i miei genitori, soprattutto mamma Maria Grazia. Lei e papà, che purtroppo è mancato due anni fa, ci hanno dato una grande mano. All’inizio ogni estate erano qui ad aiutarci. Torno in Italia un paio di volte l’anno: il 5 e 6 ottobre sarò al “Caseus Italy” di Piazzola sul Brenta (Pd) con i miei formaggi come espositore estero».
Chi è
Denis Pretto, 40 anni, di Quinto Vicentino, è il pioniere delle pecore da latte in Estonia. A Tartu da 6 anni gestisce il caseificio “'Viinamärdi Talu”. Ha una laurea in agraria e un dottorato in “genetica animale”. Visitatori che arrivano in pullman pagano 8 euro a testa per vedere la fattoria, la stalla e degustare i suoi formaggi, yogurt e gelati.
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