Belluno, la 24 ore di San Martino alza bandiera bianca. «Appuntamento al 2026»

Lo stato dei lavori al Polisportivo rende impossibile organizzarla a ottobre. 

De Min: «Nessun piano B, l’edizione del cinquantesimo vogliamo farla a Belluno»

Gianluca Da Poian
Una foto di archivio della 24 ore di San Martino
Una foto di archivio della 24 ore di San Martino

Niente 24 ore di San Martino neanche nel 2025. Decisione non ufficiale ma quasi e anzi gli organizzatori della Pro Loco Pieve Castionese stanno già guardando al 2026 come data pressoché sicura della 50esima edizione dell’appuntamento podistico su pista.

Impossibile fare altrimenti, visto che a ottobre lo stadio Polisportivo sarà ancora un cantiere aperto. Mancheranno pochi mesi al completamento dei lavori di ristrutturazione completa dell’impianto del capoluogo, ma è giocoforza impensabile predisporre una manifestazione così partecipata da atleti e pubblico tra ruspe, transenne e quant’altro. La pista è e rimarrà libera, ma lo spettacolo della 24 ore è legato soprattutto al contorno di festa ed entusiasmo.

Soluzioni alternative? Nessuna, perché trattandosi di un 50esimo non piace alla Pro Loco l’idea di spostarsi in altri impianti o addirittura in centro città, come si era vociferato.

«Non abbiamo deliberato nulla, tuttavia è quasi certo l’annullamento anche dell’edizione 2025 della 24 ore». Lo riferisce Alessio De Min, portavoce del gruppo che propone la gara sull’ora più antica d’Italia ancora in vita. «Allo stadio Polisportivo è in corso un cantiere da 10 milioni di euro e già quando era stato rinviato l’appuntamento del 2024 c’erano dei dubbi sull’effettiva possibilità di riproporla nel 2025. Forse l’unico rammarico è legato al non aver magari atteso un mese per l’avvio del cantiere questo autunno, così da riuscire a svolgere la manifestazione. Comunque ormai è andata così e non è certo colpa di nessuno».

La 24 ore di San Martino mai si era fermata per due edizioni consecutive, anzi l’unico stop prima di quello legato allo stadio risaliva al 2020 complice l’emergenza pandemica.

«Devo dire che non abbiamo dubbi a proposito del fatto che l’entusiasmo e l’attenzione nei confronti della manifestazione rimarrà identico», prosegue De Min. «Anzi, siamo convinti sarà ancora maggiore, perché incrementerà il desiderio dei partecipanti di tornare a correre e divertirsi sulla pista di uno stadio nuovo di zecca. Il nuovo Polisportivo rappresenterà un ulteriore stimolo, unito alle celebrazioni dei 50 anni».

Proprio la speciale ricorrenza è alla base dell’aver accantonato eventuali altri opzioni, tra le quali lo stadio di Mel.

«Ci teniamo venga svolta a Belluno e pazienza se è necessario fermarsi un altro anno. Ne approfitteremo per lavorare con ancor più impegno in vista del 2026. Non abbiamo dubbi tra un anno e mezzo lo stadio sia pronto, essendo prevista la conclusione delle opere tra poco più di dodici mesi».

Qualcuno aveva messo sul tavolo la proposta di allestire una sorta di anello in Piazza dei Martiri, ma la fattibilità è pressoché nulla.

«Solo di un pourparler. Le complicazioni sono numerose, tra aspetti logistici, economici e organizzativi».

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