Ad Auronzo la Lazio impone la legge del più forte
AURONZO. Partita vera doveva essere e partita vera è stata. Lazio e Spal onorano al meglio la seconda edizione del trofeo Tre Cime di Lavaredo passandosi simbolicamente il testimone nel ritiro di Auronzo. Alla fine festeggia la Lazio, che bissa il successo dello scorso anno; e questa volta non servono nemmeno i calci di rigore. Finisce infatti 2-0 contro la Spal, con i biancocelesti romani che chiudono il decimo anno in Cadore con un pieno di vittorie: quattro su quattro. Il colpo d’occhio dello Zandegiacomo è straordinario: spalti gremiti e tifo colorato ed appassionato sia da una parte e sia dall’altra. Per quanto riguarda invece il campo, schieramenti a specchio al fischio d’inizio. Sia Inzaghi e sia Semplici optano per il 3-5-2, anche se il primo colpo di scena lo regala l’arbitro che al 4’ lamenta un principio di infortunio rivelatosi fortunatamente solo un falso allarme. Cronaca scarna: al 4’ Immobile tenta la rovesciata da posizione decentrata con Gomis che smanaccia in angolo. La replica della Spal, che gioca in maglia rossa, arriva al 9’; ma il tiro di Oikonomou è facile preda di Vargic. Gambe pesanti e ritmi blandi: il gioco ristagna a centrocampo anche se la Lazio sfiora il gol in due circostanze.
Errore da matita rossa quello di Immobile che alla mezz’ora spara alto dal dischetto del rigore. Sul tramonto della prima frazione, il secondo colpo di scena: al minuto 43 ripartenza bruciante della Lazio con Felipe Anderson che innesca tra le linee Immobile. Finta del nazionale su Gomis in uscita e palla in rete: 1-0 per gli uomini di Simone Inzaghi. La ripresa si apre con i primi cambi: Inzaghi inserisce Keita e soprattutto Lucas Leiva, Semplici risponde con Paloschi e l’ex bolognese Rizzo. Proprio Keita apre le danze al 2’ con un tiro alto scagliato da posizione defilata. La Spal fatica a creare grattacapi a Vargic mentre la Lazio appare poco lucida in fase di ultimo passaggio. Col trascorrere dei minuti i ritmi calano ulteriormente nonostante la continua girandola di cambi che regala forze fresche su entrambi i fronti. Tra le fila della Lazio trova spazio anche l’ultimo arrivato Di Gennaro, che Inzaghi schiera nell’inedito ruolo di mezzala destra. A due giri di lancette dalla mezz’ora la grande occasione della Spal: palla filtrante per Paloschi che calcia a botta sicura ma trova la pronta risposta di Vargic proteso in uscita disperata. Occasione sprecata anche dalla Lazio al 38’ con Palombi, che di testa da ottima posizione non inquadra la porta. Al 42’ il terzo e decisivo colpo di scena. Fallo di Polvani su Luiz Felipe: calcio di rigore. Dagli undici metri Keita spiazza Gomis e fa 2-0 mettendo la vittoria in ghiaccio. Per il senegalese potrebbe essere stato questo l’ultimo gol in maglia biancoceleste, visto che le sirene di mercato provenienti da Milano sponda Inter e da Torino sponda Juve si fanno sempre più insistenti. Al triplice fischio cantano tutti, ricambiati dal saluto delle rispettive squadre del cuore ma è la Lazio a festeggiare la vittoria del trofeo Tre Cime: che sia di buon auspicio viste come sono andate le cose nello scorso campionato?
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