Agordo in festa per la carovana rosa

Migliaia di tifosi ieri mattina sul Broi. Applausi per tutti i protagonisti, da Riccò a Di Luca, a Simoni. Pra annuncia: «Appuntamento tra un anno ad Arabba e in Marmolada» 
AGORDO. Giro di «Broi». E' stata la bellissima piazza verde di Agordo a fare da sfondo ai quasi duecento corridori pronti a scattare sulle strade dell'alto Agordino diretti a Lienz. Ieri, in Austria, si è conclusa la 16a tappa del Giro d'Italia, con Danilo Di Luca ancora in rosa. Migliaia le persone che sono accorse nel capoluogo di vallata per salutare la partenza dei «girini».


E fare lo struscio, come sulle spiagge di Rimini, dentro e fuori il villaggio commerciale, eretto a tempo di record nella notte bagnata ma felice di Agordo. La dice lunga il giudizio del direttore di gara del Giro, Mauro Vegne, di solito mai troppo tenero. «Non ho mai visto tante persone a una partenza di tappa quest'anno. E nemmeno un'organizzazione così, davvero impeccabile». Doveva essere la tappa-riscatto del campione del mondo Bettini, intervistato nello stand di Dolomiti Stars prima della partenza e deciso a battere il pugno sul tavolo dopo la resa minima degli ultimi tempi. Una tappa interlocutoria e per passisti veloci come il vincitore Stefano Garzelli, quella di ieri da Agordo a Lienz (189 km), in attesa della nuova faticaccia sullo Zoncolan (con una nuova incursione nel Bellunese), prevista per oggi, e che molto probabilmente darà indicazioni più certe su chi vincerà il 90 Giro d'Italia, che si sta avviando al definitivo traguardo milanese del 3 giugno.

Il cronometro inizia a girare 500 metri più in là della piazza di Agordo, circa all'altezza di Toccol, dando la possibilità ai ciclisti di sfilare in surplace, applauditi da una folla numerosa e festante anche lungo la via XXVII aprile. Tra i primi, lì davanti, c'è lo squadrone del vincitore della tappa di domenica alle Tre Time di Lavaredo, il re delle nuvole Riccardo Riccò, a cui il compagno di squadra Leonardo Piepoli ha dato il nulla osta nei pressi del traguardo per la sua prima vittoria di tappa al Giro di quest'anno (Piepoli ne aveva già in saccoccia una). Il «Cobra» di Formigone ha speso comunque molto per vincere la tappa più dura del Giro d'Italia e ieri si è visto chiaramente. Occhio però ai suoi micidiali scongiuri, anche questa è terra di capitelli e di santini. In ogni caso quella felicità immensa ormai non gliela toglie più nessuno. Riccò ha ringraziato anche l'altro suo più blasonato compagno, Gilberto Simoni, che ha spinto entrambi alla fuga sul passo San Pellegrino: andate avanti voi che a me..., ha detto Gibo.

Lo sgambetto ai danni della maglia rosa Di Luca, si sa, non è riuscito, ma il serafico abruzzese ha teso orecchie e muscoli e si è dato da fare per contenere gli attacchi dei suoi avversari. Ora un po' più (o meno) preoccupato lo è di sicuro. Alla partenza qualcuno ha informato il buon Auro Bulbarelli che nemmeno questa è la provincia di Cunego (il lapsus gli era sfuggito qualche giorno in telecronaca), ma quella delle Dolomiti, quelle montagne che ogni anno mettono e tolgono la maglia rosa ai protagonisti. Ormai di casa nel comprensorio Dolomiti Stars (questo è il terzo anno di matrimonio con Rcs-Gazzetta dello Sport), i corridori hanno iniziato a spingere sui pedali lungo la Val Cordevole attraverso Taibon, Cencenighe, Alleghe, Caprile, Rocca Pietore e Pieve di Livinallongo. Poco dopo l'una, il Giro ha abbandonato il territorio di Dolomiti Stars, scavallando il passo Campolongo e facendo ciao-ciao ad Arabba diretti nel bolzanino e poi in Austria. E c'è ancora l'anno prossimo per tingere di rosa l'Agordino e tutta la provincia bellunese.

«L'unica cosa finora certa», ha anticipato il presidente di Dolomiti Stars, Sergio Pra, apparso sul Broi e in tv tranquillamente soddisfatto (insieme a tutto lo staff del comprensorio a 4 stelle), «è che il prossimo Giro d'Italia, per quello che ci riguarda come partner di Rcs, interesserà le zone di Arabba e della Marmolada, sia per la partenza che per l'arrivo della tappa. Adesso abbiamo un anno di tempo per lavorare e prepararci al gran finale. Un'ultima cosa. Lasciatemi ringraziare le centinaia di volontari che fin dall'inizio si sono sempre impegnati al massimo offrendo un contributo decisivo al successo di questa avventura, che ha visto i nostri territori grandi protagonisti per quattro giornate, compresa la sosta di lunedì».

Dalle parole ai fatti, venerdì Dolomiti Stars inviterà a cena sotto il tendone, eretto dal Comitato comunale di tappa vicino al municipio, tutti i volontari per festeggiare il successo e ringraziarli sentitamente per l'opera svolta a beneficio di tutto il territorio bellunese. Oggi la carovana tornerà nel Bellunese (le strade saranno chiuse un'ora prima della tabella oraria più veloce). Significativo il passaggio alle Terme di Valgrande, poi il Comelico direzione verso Sappada, dove c'è un traguardo Garibaldi. Poi l'arrivederci al prossimo anno.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi