Andrea Barp volta pagina. Addio al rugby per l’atletica
L’allenatore del Rugby Feltre è stato sostituito da Coppa. «Momento giusto per una pausa, ma nessun problema con la mia ex squadra. Sono vicino all’Ana Feltre da 26 anni e mi dedicherò soprattutto alla categoria Assoluta»
Andrea Barp volta pagina. Archiviata l’esperienza con il Rugby Feltre, che ha scelto di affidarsi alla guida di Federico Coppa, l’allenatore feltrino si dedicherà all’Ana Atletica Feltre come tecnico.
In realtà non è proprio una novità, visto che in un modo o nell’altro Barp è da ventisei anni che si dedica al club che cura l’atletica nel feltrino. È proprio lui stesso a spiegare i dettagli di questo cambiamento.
«Con il Rugby Feltre era probabilmente arrivato il momento di prenderci una pausa, ma non ci sono stati problemi e magari in futuro non escludo di poter tornare a collaborare con loro. L’amicizia resta invariata con tutto il gruppo. Per quanto riguarda l’Ana Feltre, invece, non è certo una novità. Non appena avevo finito l’Isef avevo iniziato ad allenare con loro. Gli ultimi tre anni ho lavorato meno; soprattutto quando andai ad allenare la formazione del Tarvisium. Frequentavo il campo di allenamento, davo una mano facendo più il consigliere che il tecnico, cosa che invece sono tornato a fare ora. Quando sono andato a Treviso, infatti, avevo dovuto fare una scelta per poter operare nel miglior modo possibile. Va detto inoltre che per tanti anni mi sono occupato contemporaneamente dell’Ana Atletica Feltre e del Rugby Feltre oltre a curare la preparazione di qualche squadra di calcio».
Quali sono le motivazioni che la hanno spinta a tornare in veste di tecnico?
«L’Ana Feltre ha sempre avuto degli ottimi atleti che hanno partecipato alle fasi nazionali. Inoltre, quest’anno torniamo a partecipare alla fase nazionale dei campionati di società con alcune ragazze della categoria Allieve. Quindi c’è un bel movimento: vediamo come vanno i risultati e speriamo di continuare a far avvicinare i ragazzi all’atletica. Dal punto di vista individuale rimane uno sport interessante».
Quale fascia d’età andrà a seguire?
«Sono a disposizione per eventuali sostituzioni nelle categorie giovanili, ma diciamo che mi concentro maggiormente nella categoria Assoluti».
Come ha trovato i suoi nuovi atleti?
«In realtà, non avendo mai abbandonato l’ambiente, i ragazzi li conoscevo tutti, quindi non ci sono sorprese. Ovvio che se ripenso a com’era la situazione vent’anni fa le cose sono un po’ cambiate. Certo è che se gli atleti cambiano rispetto ad un tempo, questo permette anche a noi di crescere».
Come è stato accolto dai nuovi ragazzi?
«In generale credo che con gli atleti la necessità più importante sia quella di farsi conoscere. Nel momento in cui si sentono seguiti e vedono che hanno davanti una persona preparata non hanno nessun problema ad accoglierla bene. A titolo personale, voglio sottolineare che, dal punto di vista delle esperienze, ho ancora molto da imparare ed è importante sempre mettersi in discussione ed aver voglia di crescere. In questo modo si fa crescere anche chi ruota attorno al tecnico. Queste sono componenti essenziali sia per un allievo sia per un allenatore».
Sarà un mondo dove potrà trovare nuove soddisfazioni?
«Nell’atletica si parla molto di risultato personale su una determinata specialità. Nel momento in cui un ragazzo raggiunge il record personale, vale a dire riesce a migliorare il limite che aveva prima, lo sportivo è soddisfatto e lo è anche il tecnico. Poi nei vari casi bisogna un po’ personalizzare, perché ognuno ha un vissuto ed un’esperienza differente, sia dal punto di vista fisico sia emotivo. L’atleta che mi ha dato maggiori soddisfazioni è Enrico Tirel, un classe 1993 che ha partecipato ai mondiali juniores e che nella sua batteria in quell’occasione aveva stabilito il suo record personale ed è stato un bel risultato per tutti». LUCA MACIGA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi