Andrea Bof, il freestyle è diventato uno stile di vita

Il giovane di Lentiai sta scalando i vertici della specialità Si è innamorato del motocross quando aveva otto anni 

LENTIAI. Tra i cosiddetti sport minori ce n’è uno che sta guadagnando sempre più popolarità soprattutto tra i giovani, il motocross amatoriale. Una passione a due ruote che ha attirato su di se i riflettori dei media in particolare per quanto riguarda il freestyle, una disciplina sportiva spettacolare ma allo stesso tempo molto pericolosa che richiede ore ed ore di allenamento e concentrazione.



Di questa passione, divenuta stile di vita, ci parla Andrea Bof, giovane lentiaiese che si è innamorato del motocross all’età di otto anni quando si fece regalare la prima moto da papà Paolo. La sua fortuna è stata quella di avere a pochi minuti da casa il più grande circuito italiano di allenamento per motocross freestyle, dove si esibisce un certo Alvaro Dal Farra. Nel tempo Andrea è entrato nel team del campione bellunese, i Daboot, a cui appartengono una ventina di piloti.

«Per praticare questo sport serve avere molta più testa di quello che si pensa, è una disciplina pericolosa e non adatta a tutti. Serve essere un po’ pazzerelli per voler affrontare certe acrobazie, la giusta dose che ti fa andare oltre certi limiti e migliorare le proprie performance», racconta Andrea, autentico astro nascente del freestyle, passione che ha saputo trasformare in lavoro. «Mediamente mi alleno 5 ore al giorno divise tra pista e palestra, anche se ogni settimana almeno una giornata è d’obbligo staccare la spina e liberare la mente. Ci autofinanziamo grazie a degli sponsor e partecipando ad eventi-spettacoli in cui ci esibiamo. Giriamo molto l’Italia e l’Europa, i migliori vengono chiamati negli show americani. Del team fanno parte anche i toscani Leonardo Fini e Davide Rossi che partecipano al campionato del Mondo di motocross, mentre l’altro bellunese Matteo Botteon è richiestissimo dagli organizzatori internazionali. A breve mi esibirò al motorshow di Bologna».

Andrea Bof conferma la pericolosità di questo sport ed anche lui recentemente in seguito ad una caduta ha riportato un trauma cranico, fortunatamente senza grosse conseguenza. Infine si sente di lanciare un appello alle istituzioni locali perché sappiano valorizzare questa disciplina anche nel nostro territorio.

«In provincia manca una vera e propria pista di motocross omologata per ospitare delle gare, nonostante a Lentiai ci sia il circuito nazionale più grande, ma omologato solo per allenarsi, dove giungono piloti da tutto il settentrione. Teniamo conto che non parliamo di ingenti cifre economiche trattandosi di tracciati in terra battuta, probabilmente i problemi maggiori riguardano l’iter burocratico. Spero che qualche giovane amministratore sappia cogliere questo appello per portare nella propria comunità questa attrazione che muove un grande volume di turismo sportivo e di curiosi, aiutando questo settore a crescere ed a promuoversi», conclude Bof.

Per le persone interessate a cimentarsi oppure a conoscere meglio questa disciplina possono contattare direttamente i piloti alle proprie pagine social o accedere al sito www. alvarodalfarra. com.
 

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