Azzalini: «Due giocatori erano ormai in ipotermia»
CISON DI VALMARINO. C’è chi dice sì e chi dice no. Durante l’intervallo, si è acceso un dibattito, nel corridoio degli spogliatoi. Il Cavarzano voleva giocare a tutti i costi, mentre la Cisonese non era della stessa idea e avrebbe rinviato volentieri. Da una parte, i giallorossi spingevano per arrivare fino in fondo; dall’altra, i trevigiani non avrebbero trovato niente di strano in una sospensione della partita. Fuori pioveva forte e soffiava il vento, ma i bellunesi confidavano in un miglioramento del meteo e volevano aspettare i 45 minuti previsti dal regolamento.
L’allenatore della Cisonese, Mauro Azzalini qualche problema dal punto di vista fisico ce l’aveva: «Secondo me, si poteva anche cominciare la partita, perché il campo stava tenendo, ma alla lunga la situazione è diventata insostenibile, oltre tutto avevo un paio di giocatori a rischio ipotermia, dunque credo che l’arbitro abbia preso la decisione giusta, anche per salvaguardare la salute dei miei ragazzi. Senza contare che ormai il pallone non rimbalzava più».
Il capitano Nardi si è effettivamente avvicinato alla panchina del Cavarzano e sembrava davvero infreddolito. Durante la pausa, è stato costretto a farsi una doccia calda, per cercare di migliorare la situazione. Un primo tempo per gladiatori. Gente con la spada grossa e l’elmo solido: «Difficile giudicarlo dal punto di vista tecnico. Il Cavarzano aveva motivazioni a mille, perché si stava giovando il campionato. Noi abbiamo avuto un paio di opportunità con Spagnol e non siamo certo rimasti a guardare».
I bellunesi sono stati molto concreti, del resto non era semplice costruire gioco e occasioni: «È una squadra che fa gol, niente da dire, ci mancherebbe. Non nascondo che loro abbiano fatto meglio, meritando il vantaggio d’altro canto questa era una domenica fondamentale la loro stagione. Da parte nostra abbiamo fatto quello che potevamo, senza rinunciare a portarci in avanti, ma non è stato per niente facile».
Il Cavarzano ringrazia per la correttezza, ma c’è chi è inconsolabile, fuori dallo spogliatoio. Qualcuno, come Marco Andrighetti, rinvia il più possibile la doccia, a costo di farla fredda, perché non si capacita di quello che è accaduto: «Non posso pensare al fatto che ci stiamo allenando da tutti questi mesi e oggi non abbiamo potuto concludere la gara, conquistando una promozione che sarebbe stata del tutto meritata. Ce la siamo giocata al massimo per 45 minuti e poi l’arbitro ci ha detto che non si poteva andare avanti». —
G.S.
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