Benetton soddisfatto «Per Cortina e l’Italia questa è la ripartenza con gli occhi al 2026»

CORTINA. Soddisfazione. Dopo quattordici giorni di gare iridate, il presidente della Fondazione Cortina 2021, Alessandro Benetton è soddisfatto. «Il bilancio è positivo», spiega, «considerando che siamo partiti con mille difficoltà. Abbiamo avuto numerosi imprevisti, dai cambi di governo alla pandemia, una variabile che ci ha costretti a lavorare in maniera estremamente flessibile, aumentando l’impegno, con numerose incognite».
«Abbiamo affrontato ogni cosa al meglio, anche i cambi climatici di questi giorni», aggiunge. «Abbiamo aperto i Mondiali sotto un’abbondante nevicata e li chiudiamo con temperature alte. Ma siamo riusciti a portare a termine tutte le gare in programma, abbiamo mostrato al mondo immagini di Cortina di una bellezza senza eguali. Ci siamo emozionati e abbiamo emozionato».
All’apertura avevate detto che dovevano essere i Mondiali della ripartenza: lo sono stati?
«Direi di sì. Prima volevamo organizzare un evento post Covid, poi purtroppo abbiamo organizzato il primo evento internazionale degli sport invernali in piena pandemia, ma con la voglia di ripartire. Cortina ha dimostrato coraggio, fiducia nel futuro, capacità di utilizzare le tecnologie e sopratutto di fare squadra».
Lei ha sempre detto che i Mondiali rappresentavano un effetto palla di neve. Oggi la palla è in corsa.
«Abbiamo puntato con Cortina sull’effetto palla di neve. Abbiamo remato tutti nella stessa direzione, sia nel pubblico sia nel privato, per mostrare quanto potevamo essere capaci e quanto bello fosse il nostro territorio. Dopo una giusta partenza, questo porterà risultati anche nel futuro, spero che sia solo il primo passo di una lunga crescita. Abbiamo creato un gioco di squadra che è diventato un modello anche di sostenibilità e che potrà servire in futuro per altre realtà».
I Mondiali hanno rappresentato un volano di crescita anche per l’economia locale: c’è chi già parla di “Modello Cortina”.
«Sì in tanti mi stanno chiedendo informazioni sul Modello Cortina sia per quanto riguarda la tematica anti-Covid, sia per lo sviluppo economico che la rassegna ha portato e porterà. Il Covid lo abbiamo gestito al meglio anche grazie alla disciplina che hanno dimostrato tutte le persone accreditate, che si sono sottoposte ai tamponi e rispettato tutte le regole. È merito di tutti se i casi sono stati pochissimi e solo di persone che arrivavano a Cortina, non c’è stato un contagio. L’altro aspetto riguarda invece l’impatto dei Mondiali in termini economici e di immagine».
Al riguardo avete anche dei dati oggettivi, con l’indagine voluta dal commissario governativo alle opere Valerio Toniolo e coordinata dal professor Francesco Decarolis dell’Università Bocconi.
«L’analisi della Bocconi non può che renderci orgogliosi. I Mondiali di Cortina, pensati fin da subito nel solco della sostenibilità ambientale e sociale, sono stati percepiti come tali. Questo Mondiale dimostra che si possono fare le cose con standard altissimi di sostenibilità, sicurezza e legalità. Tutti ci hanno accompagnato in questa grande avventura: il territorio, la politica, il mondo dello sport».
Lei ha sempre detto che al primo posto doveva esserci Cortina: oggi si può dire che ha vinto Cortina?
«Per me sì, ha vinto Cortina e mi auguro che sia vissuta così anche da tutti i cittadini. Il percorso che abbiamo fatto, di infrastrutture e soprattutto a livello di sviluppo culturale, con la creazione di un team di giovani capaci di organizzare e gestire un grande evento, resta a Cortina. Sono orgogliosissimo dei ragazzi della Fondazione che hanno dimostrato partecipazione, disciplina, competenza; risorse importanti che potranno essere un punto di partenza per le nuove tappe di Cortina che ora si dovrà concentrare sull’organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici del 2026. Oggi chiudiamo i Mondiali, ma per Cortina, per l’Italia e per lo sport è una ripartenza verso il 2026».
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