Bianchini: «Non volevamo l’accordo»

La presidente della Spes: «Gli 80 mila euro chiesti domenica erano un modo per chiudere definitivamente le trattative»
Di Attilio de Col

BELLUNO. Conferenza stampa annullata, la Spes ha scelto di parlare con un comunicato all’indomani della rinuncia alla B2 a Belluno. «Dopo l'organizzazione di un sit-in di fronte alla nostra sede e durante la conferenza stampa - si legge in una nota inviata ieri mattina - si comunica l'annullamento della stessa. Non è intenzione di Spes alimentare alcuna azione di scontro, che potrebbe aprire ulteriori spiacevoli fatti che allontanerebbero i riflettori dai nostri veri obiettivi».

Non si placano le polemiche fra Spes e Pallavolo Belluno, con Fabiana Bianchini che con un’altra nota arrivata nel pomeriggio spiega come sono andate le cose.

«La richiesta di 80.000 euro di cui si è letto sui giornali, altro non era ed è, solo un modo per dire no a qualsiasi trattativa e per far cessare l’assedio ricevuto da più parti per indurre Spes ad un accordo. Nei quattro giorni prima avevamo ripetutamente espresso la non volontà di sederci ad un tavolo di concertazione, dopo quanto verificatosi nei mesi precedenti e che, comunque, prima di tutto avrebbero dovuto essere soddisfatte precise condizioni, riferite ai vari “emissari” ed agli interessati stessi. L’unica vera offerta (scritta) pervenuta non rispondeva certo a quanto indicato, ovvero alla immediata copertura delle pendenze ascrivibili alla gestione Gamba - De Mari. Pertanto, visto che le parole si dimostravano vane, si è passati ai fatti, stanchi per le reiterate, infruttuose telefonate e convinti che la situazione fosse chiusa, formulando una richiesta che si sapeva benissimo contenere una cifra non ragionevole, sia pur supportata da motivazioni inequivocabili, e che equivaleva ad un secco no».

«Non abbiamo alcuna intenzione di sederci al tavolo con chi si è comportato nel modo che tutti conoscono – commenta Fabiana Bianchini – basti dire che la sera stessa delle sentenza “qualcuno” ha utilizzato la smart card per trasferire alcune tesserate della Spes ad altra società (Limana). Non è una questione di soldi, non vogliamo più aver rapporti con questi dirigenti. Siamo stati danneggiati da comportamenti talmente discutibili, che anche i competenti organi di disciplina sportiva sono intervenuti sul caso, analizzando la copiosa documentazione probatoria fornita loro e deliberando quanto noto. Ci sono ancora molte cose in sospeso che devono essere regolate e lo faremo nelle opportune sedi”.

Ora Spes vuole tornare alla normalità e mettersi al lavoro per ricostruire un ambiente sereno e positivo per i molti giovani che vi svolgono attività.

In merito alle atlete che torneranno nelle “disponibilità” di Spes Belluno, è nostra chiara intenzione dare ufficialmente corso agli accordi che esse stesse hanno preso o prenderanno con le società presso le quali desidereranno giocare, senza nulla pretendere.

Noi intendiamo chiusa questa triste vicenda che ci ha visti danneggiati, non solo nella normale attività quotidiana, per dedicare tutte le nostre forze e risorse ai nostri atleti».

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