Boccanegra: «Feltre c’entra poco con la fusione e per la C servono due milioni»

Sella e Trezzi concordi: «Risorse finite e alleanze necessarie» Giacomelli della Figc: «Bene se serve a puntare al professionismo» 
Gianluca da Poian
Una fase del derby fra Belluno e Union Feltre
Una fase del derby fra Belluno e Union Feltre

ADDETTI AI LAVORI

«Ritengo difficile commentare un’operazione della quale ancora si sa poco».

Maurizio Giacomelli è il consigliere regionale che nel comitato veneto della Lega Nazionale Dilettanti rappresenta il calcio provinciale. Di fusioni ne sente parlare ogni estate, ma questa qui è in grado di scombussolare gli equilibri del pallone bellunese, se davvero troverà concretizzazione.

«Analizzando dal punto di vista sportivo, vedere tre nostre squadre in D lo ritengo motivo d’orgoglio e soddisfazione. Comprendo però le varie esigenze delle società. Ecco, dal mio punto di vista, la fusione ha un senso profondo soprattutto se davvero si punta a raggiungere il professionismo. Ciò darebbe visibilità al movimento».

Drastico Claudio Sella, presidente del Cavarzano che tra l’altro nel prossimo campionato formerà una prima squadra unica assieme al Limana.

«Le risorse economiche sono terminate o comunque assai diminuite. Stringe alleanze diventa necessario».

Il suo omologo limanese Ulisse Trezzi è ancor più entusiasta della prospettiva.

«Ritengo assurdo avere qui da noi tre squadre nel raggio di 30 chilometri. Se davvero realizzeranno la fusione, faranno una grande cosa. Già immagino la squadra in serie C, il grande bacino d’utenza a cui attingere a livello giovanile con ragazzi che hanno l’opportunità di sognare il professionismo restando a due passi da casa. E nel frattempo le squadre delle categorie inferiori potranno contare sui ragazzi in uscita, aumentando il proprio livello tecnico. Auspico la proposta trovi il modo di concretizzarsi».

Controcorrente Giampietro Boccanegra, ex diesse del Belluno.

«La fusione tra Belluno e San Giorgio Sedico è naturale ma sorrido quando leggo di C, professionismo e altro. Non ci si rende conto che serve un budget da oltre 2 milioni di euro, occorrono dipendenti, aumentano le incombenze… Tra l’altro, bisogna vincerlo il campionato di D, non puoi comprarti il diritto divino ad andare su. Quelle due società si devono unire per mille motivi: vicinanza geografica, amicizia tra i dirigenti e così via. Con l’obiettivo finale di sopravvivere in serie D. Sognare è bello, ma il calcio locale ha questa qui come dimensione massima. Il Belluno al momento non ha neppure un campo dove far allenare le proprie giovanili... Ci vorrebbe una collaborazione allargata a Limana, Cavarzano, Ponte nelle Alpi e quell’Alpago già in orbita gialloblù. Non capisco invece il coinvolgimento dell’Union Feltre, storicamente legata ad un altro bacino d’utenza. Mi dà l’impressione che i verdegranata siano spaventati dal rischio della retrocessione in Eccellenza, da cui non è mai facile tornare su». —



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