Cavarzano, la gioia si spegne al 45’: sospesa la partita
Ci son domeniche bestiali. Con un tempo talmente da lupi, tra la pioggia e il vento, ché ti ritrovi a quarantacinque minuti dal salto in Promozione e l’arbitro sospende la partita. Alla biografia del Cavarzano si è aggiunta di una pagina, lasciata solo a metà da Targhetta di Castelfranco. A Cison di Valmarino, in uno dei borghi più belli e romantici d’Italia, la squadra di Parteli era andata al riposo avanti per 2-0 con la doppietta di Brancher.
Prima di ricominciare, il direttore ha scelto di fare un sopralluogo con il capitano giallorosso Marco Pajer e il vicecapitano della Cisonese (il graduato Nardi era dato in ipotermia) e il pallone non rimbalzava né rotolava sul prato ormai zuppo. Alcuni minuti in spogliatoio e poi la decisione di non continuare. Forse non si sarebbe nemmeno dovuto iniziare o magari si sarebbe potuto aspettare i 45 minuti regolamentari. Il Cavarzano c’è rimasto malissimo: non aveva già prenotato la pizzeria per la festa, ma aveva un’acquolina in bocca, tipo piena del Piave. Musi lunghissimi anche davanti al bar dello stadio, dove i tifosi bellunesi avevano trovato riparo, dietro lo striscione portato da casa. I trevigiani, invece, hanno ricevuto la notizia con un senso di sollievo.
Pronta la data del recupero: mercoledì primo maggio, alle 15.30, si ripartirà dall’inizio. Tutta fatica sprecata e poco tempo per recuperare le energie. Ieri cinque gradi centigradi, ai piedi del San Boldo, con pioggia quasi in orizzontale per via di un ventaccio invernale. Fa talmente freddo ché sembra possa nevicare da un momento all’altro. Il parcheggio è pieno di macchine targate Belluno, arrivate in carovana e in campo c’è quasi soltanto il Cavarzano. Trenta secondi per un diagonale da sinistra largo di poco di Brancher e quattro minuti per il tiro sull’esterno della rete di Zoldan dall’altra fascia. Ok, l’approccio è giusto.
Inutile aspettarsi ricami: meglio usare la forza e non vergognarsi di giocare tra le nuvole, perché rasoterra si fa una gran fatica a guidare un pallone in modalità pallanuoto. I giallorossi spingono più forte e sono passati undici minuti, quando il destro da fuori di Brancher inganna Casagrande. È prestissimo per fare le ordinazioni, ma al di là del meteo è un pomeriggio promettente. La Cisonese sembra in difficoltà e tutte le sue azioni si fermano sugli scarpini bellunesi, piuttosto che sui parastinchi. Ogni sistema è buono per allontanare i pericoli, intanto piove sempre più forte.
Bettio non la chiude in un paio di situazioni, peccando di precisione e, dall’altra parte, è Spagnol ad avere un paio di palloni in area, ma senza mai impegnare Valentinis. A un minuto dalla fine del tempo, ancora Bettio decide di metterla in mezzo dalla destra e l’intervento in scivolata di Brancher vale il 2-0. Tutta la panchina ospiti schizza in campo a festeggiare, non immaginando quello che sta per succedere. Targhetta non recupera niente e la sensazione è che fischi tre volte, invece di due, per la fine del primo tempo. Poi il sopralluogo e la decisione definitiva di non andare avanti. I dirigenti cavarzanesi quasi non ci credono: avrebbero offerto volentieri la cena, ma non è ancora ora. La festa del Lavoro sarà anche quella del Cavarzano? Intanto, il Godega è primo con la vittoria sul Cappella. —
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