Chiamata in extremis Il feltrino Alex Turrin farà il Giro d’Italia
FELTRE. Ieri mattina alle 11 la telefonata di Luca Scinto ha rivoluzionato la stagione di Alex Turrin. Il tecnico toscano, infatti, informava il ragazzo feltrino che avrebbe dovuto preparare subito la valigia e volare in Israele per disputare il Giro d’Italia.
Quel Giro per il quale sabato non era stato convocato e che invece disputerà per la rinuncia di Filippo Pozzato: il vicentino della Wilier Selle Italia, che era già a Gerusalemme con la squadra e aveva effettuato i controlli medici obbligatori dell’Unione ciclistica internazionale è stato raggiunto dalla telefonata dei suoi familiari che lo avvisavano del peggioramento delle condizioni di salute del padre, ricoverato in ospedale per una malattia grave. Pippo si è subito diretto a Tel Aviv per rientrare in Italia e la Wilier lo ha sostituito con Turrin.
«Mi dispiace tanto per Pippo», dice il feltrino. «Ci sono passato anche io (poco meno di due anni fa perse la madre per un improvviso malore, ndr) e so che cosa vuol dire vivere una situazione difficile con un proprio genitore».
«La telefonata di Scinto stata evidentemente una grandissima sorpresa», dice ancora Turrin. «Dopo che sabato mi era stato comunicato che non avrei fatto parte della squadra, mi ero preso qualche giorno di riposo in vista della ripresa degli allenamenti per la seconda parte di stagione. Appena ricevuta la telefonata, mi sono messo in bici e ho fatto un paio d’ore di lavoro intenso».
Nel pomeriggio Alex si è messo in macchina, direzione Bologna. Da qui il volo per Israele, dove è arrivato nel corso della notte. In mattinata si sottoporrà alle visite mediche previste dall’Uci, mentre nel pomeriggio vivrà al presentazione delle squadre. Domani, la prima tappa. La prima tappa del suo primo Giro d’Italia, della sua prima grande corsa a tappe.
«Il Giro è il sogno di ogni corridore italiano e ora per me si sta materializzando», spiega il venticinquenne di Feltre. «In questo momento ho a dire il vero sono un po’ frastornato: è successo tutto così all’improvviso e ho dovuto fare tutto di corsa che ancora non ho ben realizzato. Di certo, per me è una grande possibilità e cercherò di giocarmela al meglio». «Sono stato fermo quattro giorni ma non credo che questo possa influire granché. Magari soffrirò i primi giorni ma per fortuna dopo tre giorni c’è già la giornata di riposo. Tappe cerchiate in rosso? Per scaramanzia non avevo studiato il percorso e dunque non mi ero segnato nessuna frazione particolare, tranne quella che passa per le montagne bellunesi: la Tolmezzo Sappada, con Mauria, Tre Croci, Sant’Antonio e Costalissoio, è una bella tappa, non durissima, adatta a colpi di mano. Sì, il 20 maggio cercherò di fare qualcosa di buono. Le altre tappe nelle quali avrò qualche possibilità di fare la mia corsa le studierò sul “Garibaldi”. In quelle per i velocisti lavorerò insieme ai miei compagni per il nostro jet Jakub Mareczko».
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