Coach Dal Pont lascia il Rugby Belluno. «Sono stati tre anni duri»

L’allenatore ha comunicato la sua decisione ai due dirigenti Bernardi e Panepinto. 

«Mi resta il rimpianto di quell’ultima palla con il Mestre, valevamo la finalissima»

Luca Maciga
L'allenatore Alessio Dal Pont
L'allenatore Alessio Dal Pont

BELLUNO

Alessio Dal Pont non sarà più l’allenatore del Rugby Belluno. Nelle settimane scorse l’allenatore aveva preso tempo e si era riservato di riflettere sul suo futuro.

Ma dopo essere stato più volte contattato più volte dal vice presidente Lorenzo Bernardi e dall’addetto ai tecnici Francesco Panepinto, il tecnico gialloblù ha preso questa sofferta decisione.

In merito alla successione la società fa sapere che «sono in corso delle trattative. Nell’arco di dieci giorni verrà ufficializzato lo staff tecnico della prima squadra».

Alessio Dal Pont spiega così la sua scelta.

«Non ho dato la disponibilità a rimanere, perché questi tre anni a Belluno, uno in under 16 e gli altri due in prima squadra, sono stati per me stancanti. Lascio e la società dovrà proseguire con i suoi programmi. Non ho proprio idea di chi possa essere il mio successore. In questo periodo mi sono visto con Panepinto e, prima ancora, con il vice presidente Bernardi. In questo contesto la società mi ha comunicato che era soddisfatta del lavoro fatto e che avrebbe voluto proseguire con il rapporto».

Come sono stati questi due anni in prima squadra?

«Il primo anno in prima squadra non siamo andati ai play off per un errore societario in cui ci avevano tolto cinque punti. Quest’anno contro il Mestre, nella partita decisiva, avevamo il risultato in pugno e siamo stati sconfitti per un calcio all’ultimo minuto, perdendo i punti necessari per andare a giocarci la finale con il Feltre. Il bilancio è comunque positivo, sia dal punto di vista tecnico che per quanto riguarda il rapporto umano con i ragazzi».

Che gruppo lascia al suo successore?

«Forte tecnicamente, inoltre è composto da ragazzi che hanno dei valori umani e stanno bene insieme. In questi due anni ho visto molta coesione. Tuttavia se loro sono bravi il merito non è tutto mio ma anche dei miei collaboratori Davide Viel, Gianluca Bordin e Fabian Testor, che mi hanno dato un grande aiuto».

Le è restato l’amaro in bocca per qualcosa che non è andato per il verso giusto?

«Sicuramente per la partita con il Mestre e, l’amaro in bocca, lo hanno anche i giocatori. È normale perché se si guardano i punti fatti ed i punti subiti abbiamo fatto un bel campionato. Sarebbe stato bello giocarci la finale con il Feltre ma se alla fine è arrivato il Mestre vuol dire che ha meritato. Il rammarico mio riguarda anche l’incontro di quest’anno con l’Altovicentino in cui ho sbagliato l’impostazione della partita».

Andrà ad allenare in qualche altra società?

«Ci sono state delle proposte, ma attualmente non me la sento di allenare. Sto continuando l’attività nel Comitato Regionale Veneto e spero di proseguire il prossimo anno. Voglio evidenziare che se fosse per i ragazzi avrei continuato l’attività, anche perché ero molto legato a loro».

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