Constantini, le emozioni non sono finite. «Sento l’affetto dei cortinesi»
La campionessa olimpica del curling. «Guardo la medaglia tutti i giorni. Non ho ancora deciso cosa fare dei 180 mila euro, ma farò un bel viaggio»
CORTINA. L’oro, la camera olimpica divisa con Francesca Lollobrigida, il boom di follower social, l’inattesa popolarità.
Ecco le due settimane che hanno cambiato la vita di Stefania Constantini. Anzi, in realtà il verbo cambiare non sta bene associato alla 22enne cortinese campionessa olimpica nel curling doppio misto. Perché lei resta la stessa ragazza di sempre, senza tante manie di protagonismo.
La semplicità mostrata a tutto il mondo sul ghiaccio di Pechino fa ancora parte di lei. Tanto che ora sta già pensando al mondiale in Canada di marzo e ai Giochi del 2026 di Milano – Cortina. Perché per la televisione e quant’altro ci sarà sì spazio, quando il suo compagno di squadra Amos Mosaner tornerà dalla Cina. Ma lo sport continua ad essere al centro dei pensieri di Stefy.
Intanto hai realizzato che razza di impresa tu ed Amos avete portato a termine?
«Non del tutto, ancora. Ho la medaglia d’oro qui a portata di mano, la guardo ogni giorno, ci vorrà un po’ prima di metterla via in un quadro».
Sono giorni frenetici.
«Sì, però se non altro ho avuto modo e tempo di vedere la mia famiglia e i miei amici. Mi hanno organizzato alcune feste in aggiunta a quella meravigliosa di venerdì sera, sono stata sabato all’Olimpico per la partita del Cortina. Inoltre è sorprendente uscire di casa e avere le persone che si fermano a salutarti e a complimentarsi. È sia la gioia più bella».
Con il ritorno di Amos inizieranno anche gli appuntamenti televisivi, come “Che tempo che fa” e altri programmi nazionali.
«Ne sappiamo poco, ogni aspetto di questo tipo passa tramite il Coni e la Fisg. Immagino comunque sarà qualcosa di bello ed emozionante, che fa parte del significato del vincere una medaglia olimpica. Inoltre è un ulteriore modo di permettere alle persone di seguire noi e il curling in generale».
Come vivevi a Pechino questa costante crescita d’interesse nei vostri confronti?
«Ho cercato di restare focalizzata sulle partite. Un po’ io e Amos ci siamo lasciati andare alle emozioni dopo aver battuto la Svezia in semifinale. Lì c’era la certezza di una medaglia olimpica e al termine della gara ci hanno mostrato in videochiamata i nostri familiari. Ecco, lì iniziavo a rendermi conto del grande risultato raggiunto. Però poi ho spento il telefono, sono andata a dormire e l’indomani mi sono concentrata solo sulla finale, anche perché l’adrenalina stava salendo e occorreva gestire l’attesa fino alle ore 20 della sera».
Medaglia a parte, come sono stati i tuoi primi Giochi?
«Un’esperienza che mi sono goduta dall’inizio alla fine, sapendo che stavo facendo la cosa più bella della mia vita. Il villaggio olimpico si è rivelata una grande esperienza e al di là dei frequenti tamponi, eravamo abbastanza liberi. Dispiace solo non aver avuto l’opportunità di visitare Pechino concluso il torneo, ma ci sarà occasione in futuro magari».
E hai conosciuto qualche altro atleta azzurro?
«Bè… dormivo in una camera fortunata, visto i risultati finali. La mia compagna di stanza era infatti Francesca Lollobrigida, argento nel pattinaggio di velocità. Peccato solo non abbiamo avuto occasione di farci una foto assieme, ci incrociavamo poco».
Del ruolo dell’allenatrice auronzana Violetta Caldart cosa ci puoi dire?
«La conosco da quando ero piccola, sono molto legata a lei. Mi ha sempre sostenuto e trasmesso un’energia positiva. Sia lei e sia l’altro allenatore, Claudio Pescia. Abbiamo lavorato ad un obiettivo comune. Direi che è andata bene».
Ritorniamo sugli argomenti più “leggeri”. Da 700 follower circa a 42 mila su Instagram.
«Io i social li ho guardati pochissimo sino alla semifinale, come detto. Quella sera però mi sono collegata e… ho dovuto mettere il profilo pubblico al posto di quello privato, perché non riuscivo a stare dietro a tutte le richieste di seguirmi. A proposito, colgo l’occasione di ringraziare chiunque abbia avuto un pensiero o un commento di gratitudine nei miei confronti. Mi ha fatto molto piacere».
Conoscendoti, il curling resta comunque il tuo primo pensiero, guardando al futuro.
«Assolutamente sì. A marzo ci sono i mondiali femminili, ma già in questi giorni riprendo ad allenarmi. Poi avrò il giuramento con la Polizia e comunque non voglio dimenticare che nel 2026 il curling sarà di casa proprio a Cortina…».
E tu ci arriverai da medaglia d’oro olimpica. A proposito, hai pensato a cosa fare con i 180 mila euro del premio riservato dal Coni?
«Ancora no. Anzi, mi sono ricordata di questo riconoscimento solo una volta vinto l’oro. La cifra fa comodo, senza dubbio, però viene molto dopo la gioia sportiva. Tornando alla domanda, al massimo sto pensando ad un viaggio, adesso».
All’estero?
«No no, voglio restare in Italia. Mi ispira vedere il sud, non ci sono mai stata. Ho voglia di andare in un posto caldo con il mio ragazzo Domenico. Al freddo e sul ghiaccio ci sto già parecchio…».
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