Corbanese, a giorni l’incontro con Piazzi. «Posso dare ancora molto alla Dolomiti»
BELLUNO
La priorità alla Dolomiti Bellunesi, anche stavolta. Come avvenuto lo scorso anno e come era in passato ai tempi del Belluno.
Se da una parte il direttore generale Luca Piazzi sonda varie piste per l’attacco – vedi il profilo di Gnago dell’Arzignano, a cui è stata fatta una telefonata di cortesia –, dall’altra lo stesso dirigente trentino per conto della società sembra abbia pochi dubbi di voler contare ancora su Simone Corbanese. Non è mai stato neppure presa in considerazione una sua partenza e dal canto proprio il numero 9 continua a vedersi in maglia dolomitica. L’incontro decisivo avverrà comunque prossimamente («senza fretta», dice lo stesso Cobra) e bisognerà far collimare tutto quanto. Dal progetto alla proposta economica, passando per ogni singolo fattore da prendere in considerazione ogni estate.
Perché poi Corbanese resta ambito e cercato anche altrove. I 34 anni da compiere tra poco più di un mese non spaventano nessuno: i gol difficilmente vanno in pensione. La Dolomiti vuole nel frattempo assicurarsi un’altra fonte di reti, in quanto troppo spesso in passato sono mancate le realizzazioni di chi stava accanto al numero nove. Rocco e Cossalter – stagione 17-18 e ultimi mesi dell’ultima annata – sono state più eccezioni che regole.
In tutto questo, come vedi il tuo futuro? È un’estate di profondi cambiamenti. A livello di squadra, superano quasi quello dello scorso anno.
«Sono sincero: io al momento con il direttore Piazzi ho avuto solo un colloquio conoscitivo, non siamo scesi nel dettaglio. Questo secondo aspetto sarà argomento dei prossimi giorni, quando vedremo di capire la soluzione migliore per tutti».
È che la sessione attuale di mercato sta sfuggendo a diverse logiche. Veder andar via Mosca, Gjoshi, Tibolla sembra quasi apra le porte a qualsiasi possibile sorpresa.
«Guarda, io al massimo adesso leggo quanto avviene e succede. Non voglio espormi su nulla, perché non sono mai entrato nei particolari di cosa sarà la prossima stagione. E sia chiaro: ho la massima serenità sull’argomento. Credo di poter dare ancora molto».
La Dolomiti non può comunque essere per te una società come le altre, giusto?
«Di sicuro. Quanto io tenga al mio territorio è risaputo. E secondo me non è un qualcosa di superficiale, o scontato come si potrebbe pensare».
Alcuni punti di riferimento però non li troverai più.
«Le situazioni si modificano in continuazione, il trascorrere degli anni conduce a dei cambiamenti. Fa strano dividersi da compagni di squadra storici. È stato così con Bertagno e Masoch la scorsa estate, è così con Mosca adesso ed altri. Però poi si va avanti».
Forse la società vuole assicurarsi anche altri gol per non dipendere solo dal tuo istinto realizzativo. A proposito, come giudichi la tua stagione da 13 reti complessive anche rapportata al risultato di squadra?
«Guardando alla classifica, qualcosa in più potevamo ottenere, ma eravamo appena nati da una fusione. Personalmente avrei avuto piacere di segnare magari qualche gol in più, ma l’infortunio mi ha fermato un po’ e per il resto la media realizzativa rimane quella. Ed io ho sempre voglia di dimostrare a me stesso cosa riesco a raggiungere. Anche a 34 anni».
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