Da Re: «Un consorzio di imprenditori per dare un futuro solido alla Da Rold Belluno»
E sulla squadra: «Dai nuovi giocatori ci aspettiamo molto, ma dai veterani ancora di più. Capitan Paganin è in forma»
BELLUNO
La Da Rold Logistics Belluno del futuro si costruisce ora. Per la dirigenza del club bellunese di serie A3, è stata un’estate di grandi sforzi. L’obiettivo è chiaro: l’esperienza in serie A non può limitarsi ad una parentesi di pochi anni. E per dare un orizzonte di lungo termine è indispensabile allargare la base dirigenziale e imprenditoriale. Lo spiega il direttore generale Franco Da Re, uno dei principali costruttori della squadra, non solo quella formata dai giocatori, che lavora per dare un futuro al progetto Drl.
Direttore, ci racconta che estate è stata?
«Sicuramente impegnativa, perché abbiamo lavorato per un progetto ambizioso, che presenteremo lunedì prossimo a margine del raduno della squadra. Un progetto per costruire qualcosa di importante anche a livello societario, che vada al di là del solo aspetto tecnico. Lavoriamo su un progetto a lungo termine. E per raggiungere un obiettivo di questo tipo è necessario rafforzare e allargare la squadra. Troppe volte in Italia, e in particolare in questo sport, abbiamo visto progetti durati uno, due, tre anni, che poi si sono arenati. La volontà della dirigenza è che questa sia sempre più non la squadra di una singola persona, ma la squadra che rappresenta un intero territorio, un’intera città».
In questi anni è stato soprattutto il presidente Sandro Da Rold, con il fratello Stefano e con il vicepresidente Andrea Gallina, a guidare il progetto.
«Oggi la squadra è legata in primo luogo ad una figura, quella di Da Rold. Ma c’è la consapevolezza che non si può pensare di dipendere unicamente da una sola persona. Ed è per questo che, per il futuro, ci immaginiamo una sorta di consorzio che possa supportare in maniera ancora più robusta una realtà come questa».
È in quest’ottica che va letto l’ingresso nell’orbita societaria di un imprenditore-sportivo come Renzo Savasta?
«Certo. Savasta è una figura molto importante. Magari rimarrà fuori dal cda, ma il suo ruolo di amico-consulente esterno è stato fondamentale quest’estate al fianco di Sandro Da Rold e lo sarà anche in futuro. Savasta è, per così dire, un detonatore importante per dare stabilità a questo gruppo».
Dalla società alla squadra. Siete soddisfatti del gruppo costruito?
«Molto. È una squadra giovane, ambiziosa. I nuovi innesti hanno tutti, per motivi diversi, voglia di rivalsa o voglia di conferme».
Come lo schiacciatore Alberto Saibene…
«Sì, Saibene due anni fa ha vinto il campionato di A3 conquistando la promozione in A2 con Motta di Livenza, ma arriva da una stagione in cui non è stato così brillante. Ora il suo obiettivo è ripetere la scalata dall’A3 e poi disputare, con la maglia del Belluno, una stagione di A2».
Marco Novello?
«Novello lo scorso anno è stato uno dei due opposti protagonisti dell’annata di Prata. Ma quest’anno vuole dimostrare di essere pronto ad assumersi lui tutte le responsabilità di quel ruolo”.
E Stufano e Guastamacchia?
«Sono due centrali molto giovani e molto motivati. Stufano è forse un po’ più strutturato dal punto di vista fisico. Guastamacchia può dare quel qualcosa in più sotto il profilo della grinta. Insomma, Mozzato potrebbe quasi fare il veterano. E poi ci sarà un nuovo centrale. Capitan Paganin. Alex si è sistemato dal punto di vista fisico e, assieme alle caratteristiche tecniche e umane che gli appartengono, credo potrà rivelarsi quello che Matteo Piazzetta, peraltro un po’ a sorpresa, ha saputo rappresentare l’anno scorso».
Aspettando Giovanni Candeago...
«Possiamo quasi definire anche lui un nuovo acquisto, visto che l’anno scorso lo abbiamo perso il 28 novembre. Ci vorrà un po’ di tempo affinché recuperi del tutto, ma è un guerriero. Ha una voglia enorme di rientrare e ci riuscirà presto».
Da chi vi aspettate di più, l’anno prossimo?
«Questa cosa l’ho detta a tutti i giocatori: dai nuovi ci aspettiamo molto. Ma dai veterani ci aspettiamo moltissimo. Dopo una stagione, hanno preso consapevolezza nei loro mezzi. Devono convincersi che, in tutti i ruoli, abbiamo giocatori che possono valere i primi tre posti del girone. Da loro mi aspetto una cattiveria agonistica ancora maggiore».
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