Da Riz: «Il vivaio della Dolomiti sarà potenziato e migliorato come qualità»

Prime parole del nuovo responsabile del settore giovanile. «Siamo la società di riferimento del territorio»

Ivan Da Riz, responsabile del vivaio della Dolomiti Bellunesi
Ivan Da Riz, responsabile del vivaio della Dolomiti Bellunesi

BELLUNO

«Il settore giovanile della Dolomiti Bellunesi verrà potenziato e migliorato dal punto di vista dei processi organizzativi, logistici e della qualità». Ad affermarlo a chiare lettere è il nuovo responsabile del vivaio, Ivan Da Riz.

In particolare, la società continuerà ad abbracciare l’intero territorio, avviando una collaborazione ancor più fitta e mirata con le realtà calcistiche della provincia. E farà sempre affidamento sui tre poli per l’attività di base: a Belluno, Feltre e Sedico.

«Siamo la società di riferimento del territorio - prosegue Da Riz - e sul territorio resteremo nella maniera più assoluta. Vogliamo alzare il livello sotto vari profili: anche in termini di impianti, visto che stanno nascendo nuovi campi in erba sintetica». Uno dei quali a Rasai di Seren del Grappa.

«La volontà di migliorare la logistica e l’organizzazione non è legata al fatto che in questa stagione non si sia lavorato bene - incalza il responsabile del vivaio -. Semplicemente, stiamo parlando di un ingranaggio complesso e va oliato».

Gli obiettivi sono chiari: «Non tanto conquistare dei titoli, quanto insegnare ai ragazzi un certo modo di fare sport e di sviluppare il proprio talento. Vincere è la conseguenza, non il fine». Il verbo chiave è “collaborare”: «La Dolomiti Bellunesi è un traino per il movimento calcistico, ma è soprattutto una risorsa per l’intera provincia. Non a caso, a breve, verrà presentato uno specifico progetto».

Da Riz parte con grande entusiasmo: «Non ci sono mai state le condizioni, come in questo momento storico, per alzare così in alto l’asticella e offrire nuove occasioni ai giovani. La contaminazione di idee è importante per crescere, confrontarsi e migliorare. Le possibilità ci sono, spetta a noi sfruttarle al meglio».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi