Dal Canada al Messico: l’avventura di Mondin per 4.500 km con la bici

L'ingegnere di 69 anni di Alano alla leggendaria "Tour Divide Race"


ALANO DI PIAVE

Ci sono persone per le quali l’età non è un problema, anche se sanno di dover percorrere più di 4.000 chilometri in sella alla loro mountain bike in mezzo a sentieri di ogni tipo. È la storia di Antonio Mondin, ingegnere sessantanovenne residente nella frazione di Campo di Alano di Piave, il quale, durante la seconda metà di giugno ha partecipato alla “Tour Divide Race”, che si disputa lungo la Great Divide Mountain Bike Route”, un itinerario senza interruzioni progettato per mountain bike, che attraversa Canada e Stati Uniti, per poi giungere al confine con il Messico.

Il tracciato, che parte dalla località canadese di Banf, si sviluppa poi lungo 4.418 chilometri, con arrivo ad Antelope Wells: indubbiamente la sfida più lunga e il più impegnativa al mondo.

Organizzato dalla Adventure Cycling Association, il Tour Divide Race per l’edizione 2018 ha saputo coinvolgere centottanta atleti, i quali potevano partecipare in autonomia, pedalando a qualsiasi ora del giorno ma senza poter contare su alcun appoggio esterno, inclusi pernottamenti in hotel o meccanici al seguito. E per arrivare al traguardo di questa manifestazione, che non prevedeva inoltre né tasse di iscrizione né premi né tanto meno sponsor ci vogliono diversi giorni ed è per tale motivo che tanti partecipanti anche quest’anno si sono ritirati a metà strada. Non Mondin però.

«Mi ero iscritto per la prima volta quattro anni fa – spiega lo stesso Mondin – insieme ad un ragazzo di Santa Lucia di Piave, il quale però, dopo aver percorso circa ottocento chilometri si era sentito male, scegliendo pertanto di ritirarsi. Io l’avevo seguito, promettendomi che un giorno sarei però tornato. E così è stato».

«In giugno mi sono così iscritto di nuovo – prosegue – partendo da dove mi ero fermato l’altra volta, impiegandoci ventidue giorni prima di tagliare il traguardo; non ci sono infatti limiti di tempo perché per completare il percorso puoi metterci dieci giorni, come venti o tre mesi. Di tanto in tanto, visto che sei solo in mezzo al nulla, ti senti assalire dallo sconforto: tra un paese e l’altro possono passare anche duecento o trecento chilometri senza traccia di anima viva. Ti devi arrangiare in tutto, compresa la meccanica, i viveri e l’accampamento, in totale autonomia, attraversando altipiani di 2.000 metri d’altezza, con 60.000 metri di dislivello totale».

Perché farlo allora? «Ci tenevo con tutto me stesso – conclude Mondin – perché nonostante tutto si tratta di un percorso unico al mondo che ho completato anche grazie a chi mi sosteneva». —
 

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