Dalle piste di fondo alle aule universitarie. Nuova vita in Norvegia per la De Martin
Dal Comelico alla Norvegia. Dalle piste dello sci di fondo alle aule universitarie. Dalle gare all’impegno politico in seno alla Fis, la federazione internazionale dello sci.
È il percorso di Virginia De Martin, comeliana di Padola, per anni punto di riferimento della nazionale azzurra degli sci stretti, atleta che ha partecipato a Mondiali e Olimpiadi (quelle di Soci, Russia, nel 2014), dalla prossima stagione agonistica presidente del neonato Sotto-Comitato delle discipline nordiche femminili della Fis, la nuova realtà aperta, oltre che al fondo, alla combinata nordica e al salto con gli sci. Brillante e curiosa, Virginia ha sempre affiancato ad un’attività di alto livello lo studio, laureandosi in Scienze Motorie a Verona, nell’estate del 2018. L’anno successivo, la decisione di prendere aspettativa dai Carabinieri e volare a Trondheim per frequentare un master in fisiologia dell’esercizio all’Ntnu, Università norvegese per la scienza e la tecnologia.
Dopo il primo anno di Norvegia si è congedata dai Carabinieri e lo scorso giugno ha terminato il master. Qualche mese prima di terminarlo ha iniziato a lavorare come assistente di ricerca nello stesso centro di ricerca (SenTIF) in cui ha condotto la tesi dal titolo “Does menstrual cycle phase influence recovery measures in endurance athletes”.
Virginia, partiamo dai tuoi studi.
«Del mio percorso formativo ho apprezzato in particolar modo l’ambiente internazionale, caratterizzato dalla presenza di studenti provenienti da background molto diversi, e il fatto che l’intero secondo anno fosse rivolto allo sviluppo e scrittura della tesi di laurea: questo garantisce un esperienza diretta e realistica nel mondo della ricerca».
Il tuo percorso di studio si sta trasformando in lavoro.
«Quella attuale è una posizione temporanea (fino a fine gennaio 2022, ndr), ma un buon inizio per proseguire nel mondo della ricerca scientifica. In aggiunta sarò parte dell’equipe in altri due progetti di ricerca, tutti incentrati sullo sport al femminile. L’obiettivo è trovare una posizione lavorativa fissa che mi permetta di rimanere qui a lungo termine. Naturalmente, spero ci sia la possibilità, post covid, di tornare in Italia un po’ più spesso per qualche visita».
In Norvegia, immaginiamo che ti stia trovando bene.
«Mi sto trovando benissimo. Ci sono varie cose che apprezzo di questo paese: in generale trovo che la qualità della vita sia migliore, con maggiori opportunità e condizioni lavorative, minori differenze sociali, minori differenze salariali e maggiore supporto da parte dello stato. C’è una diffusa fiducia e correttezza dei cittadini sia verso lo stato sia tra di loro. Trondheim, poi, è una città molto vivibile: fornisce tutti i servizi di una città, un ambiente internazionale grazie all’università, ma allo stesso tempo ha conservato la tranquillità di un paese e l’accesso facile alla natura».
Fai ancora sport?
«Assolutamente sì, l’attività sportiva non è e non sarà mai un’optional per me. D’inverno soprattutto sci, fondo e un pochino alpinismo. Corsa praticamente tutto l’anno, qualche camminata in montagna, bouldering e yoga».
Come si coniuga per i giovani norvegesi lo sport con lo studio? Ci sono Ski College o strutture analoghe?
«Molti di loro frequentano normali scuole o università: le distanze tra scuola e strutture in cui possano allenarsi sono spesso minime. In più, molte università garantiscono la possibilità di laurearsi nel doppio del tempo per chi persegue la carriera agonistica. Ci sono anche ski college: quello di Meråker è un ottimo esempio. Molti atleti ai massimi livelli non frequentano l’università, in quanto i volumi di allenamento non lo permettono. La federazione organizza però corsi di formazione professionale una volta terminata la carriera agonistica».
IL NUOVO RUOLO IN FIS
Da tempo alla guida della commissione atleti del Comitato Sci di Fondo della Fis, qualche giorno fa Virginia De Martin è stata eletta presidente del neonato Sotto-Comitato delle discipline nordiche femminili della Fis, realtà è aperta, oltre che al fondo, alla combinata nordica e al salto con gli sci.
«Prendo il posto di Gabriella Paruzzi, dalla quale sono stata proposta come candidata. Ovviamente sono estremamente grata e onorata di prendere il suo posto e entusiasta di poter contribuire allo sviluppo dello sport al femminile anche da un punto di vista “politic»”.
L'obiettivo è trovare soluzione specifiche per le discipline nordiche femminili e in termini di parità di genere. In cima all’agenda c'è sicuramente l’allineamento alla visione e agli obiettivi della Fis».
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