Davide Giozet ora sogna Rio de Janeiro

Handbike. Il talento bellunese ha vinto l’ Europeo e punta alle Paralimpiadi 2016: «Cambieranno le categorie»
Di Gigi Sosso

BELLUNO. Il sogno olimpico. Giozet vede da lontano Rio 2016. Vinto l’Europeo di handbike, il campione bellunese aspetta di conoscere come cambieranno le categorie. Tempo un anno per capire se potrà partecipare alle prossime Paralimpiadi. Se invece tutto dovesse rimanere come adesso, non ci sarebbero speranze. Oltre l’Europa, ci sono degli accorpamenti, che ti costringono a gareggiare con chi è anche molto più forte di te. Uno come Alex Zanardi, per dire di un fenomeno.

Ma intanto c’è questa maglia gialla indossata a Barcellona da festeggiare: «L’obiettivo era vincere le ultime due tappe in Catalogna e l’impresa mi è riuscita», racconta Giozet, quasi con un accento spagnolo, «non c’era il rivale di sempre Andreas Kiemers e il sorpasso è stato ancora più facile: l’anno scorso lui primo e io secondo, stavolta viceversa, anche se non avevo partecipato alla frazione in Repubblica Ceca. Non so che problemi abbia avuto, di solito c’è sempre».

Sacrificato il Giro. Non poteva andare altrettanto bene nella corsa rosa. Quest’anno arrivo sul rettilineo del Mondiale professionisti: «Non sono stato in Toscana, anche per gli impegni concomitanti con il campionato di rugby. Ho puntato dritto sull’Europeo, dopo tre giri vinti e diciamo che... c’è stato spazio anche per gli altri. Del resto, non puoi pensare di gestire al massimo tre eventi».

Obiettivo Rio de Janeiro. Niente Londra 2012, ma più di una speranza per la prossima edizione della Paralimpiadi: «Dipenderà dalla riforma delle categorie, che dovrebbe esserci entro breve. In questo caso, potrei farcela, mentre adesso come adesso sarebbe una qualificazione proibitiva. Zanardi va un trenta per cento in più di me, c’è poco da fare. Io ci spero tanto e mi preparerò al meglio per un avvenimento che non ha davvero paragoni».

I campionati di rugby. Accanto agli impegni con il Velo club Sommese, quelli con il Padova: «C’è un campionato italiano a carattere promozionale, con noi, il Trieste e il Vicenza, ma devo dire che siamo iscritti anche a un torneo austriaco di più alto livello. Non ci siamo qualificati per i Mondiali in maglia azzurra e ci accontentiamo di questo».

Magari una maratona. La bicicletta bassa non va in soffitta. Nonostante tutta la fatica, ci sarebbe spazio anche per un ultima gara: «Sto progettando una maratona e mi piacerebbe tanto fare quella di Venezia. Ma non è facile: né arrivare a piazza San Marco né tornare indietro. C’è qualche problema, ma ci penserò con attenzione. Intanto, mi godo questo successo, che mancava nella mia bacheca. Sono veramente contento, anche perché stavo bene in Catalogna e credo che, eventualmente, sarei riuscito a battere Kiemers».

Occhio al doping. Poteva mai mancare questa piaga? «Mi risulta che ci sia un caso, purtroppo. I controlli ci sono»

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