De Bettin ha riportato gli azzurrini al top: «Volevo la promozione a tutti i costi»
Nel 2019 era retrocesso ai Mondiali di Seconda Divisione, ora ha riportato i suoi azzurrini in Top Division. Si scrive Nazionale Under 20, si legge Giorgio De Bettin. In Romania l’impresa del coach cadorino e dei giovani hockeisti italiani è passata quasi inosservata ma dietro a questa promozione, ottenuta sul ghiaccio qualche giorno fa, c’è tanto lavoro e programmazione di una squadra magistralemente diretta dall’ex capitano del Cortina.
Giorgio, una rivincita personale dopo la retrocessione di qualche anno fa.
«Diciamo che mi sono tolto un sassolino dalla scarpa. Volevo a tutti i costi questa promozione per lasciare alle spalle il brutto risultato del passato. Non è stato facile, anche perché abbiamo attraversato il periodo della pandemia dove non sono state disputate competizioni ufficiali. I ragazzi si sono comportati benissimo e siamo riusciti a tornare in Top Division. Volevamo centrare questo risultato, lo abbiamo fatto vincendo tutte e 5 le gare grazie all’impegno del team».
Tra i giocatori convocati c’erano anche tre bellunesi: Enrico Larcher e Alberto Colli del Cortina e Samuele Zampieri. Come si sono comportati e cosa vedi nel loro futuro?
«Colli non ha avuto grande spazio in campo ma l’avevo chiamato per il ruolo che ha nello spogliatoio. Non era facile, aveva il compito di fare gruppo seppur con poco minutaggio. Il suo aiuto è stato fondamentale. Larcher ha giocato molto bene, uno dei migliori del torneo in tutte le situazioni. Enrico ha un grande potenziale e può essere fondamentale nel futuro della Nazionale maggiore, ora sta a lui trovare la determinazione e la strada giusta per accrescere il suo potenziale. Non deve accontentarsi di come è adesso ma dovrebbe essere più ambizioso. Zampieri mi ha stupito positivamente, ha fatto un ottimo torneo pattinando e lavorando molto con determinazione. Bilancio positivo per tutti e tre i bellunesi».
Tu hai un ruolo di coordinatore ed osservatore anche per le altre Nazionali giovanili, come vi state muovendo?
«La Federazione ci sta dando una buona disponibilità economica e nonostante la pandemia abbiamo organizzato diversi raduni e stiamo lavorando al meglio per costruire una buona base in ottica futura. L’hockey italiano sta crescendo, anche se molti altri paesi sono anni luce più avanti di noi. Avere una nuova squadra, come il Val Pusteria, in Icehl non può che aiutare a sviluppare il nostro movimento».
La Nazionale maggiore invece, tra Mondiale e torneo di qualificazione olimpica, non ha ottenuto risultati esaltanti.
«Dobbiamo cercare un compromesso tra presente e futuro. Bisogna puntare alla salvezza nel Mondiale Top Division e allo stesso tempo inserire dei giovani in ottica Olimpiadi. Servono giocatori che vogliono portare qualcosa all’Italia e non avere qualcosa dalla Nazionale. Nonostante i risultati non proprio esaltanti penso che anche quest’anno le prestazioni sono state tutto sommato positive».
Nel Cortina vedi qualcuno che può ambire a vestire la casacca azzurra?
«Sicuramente c’è del potenziale. Già alcuni ragazzi sarebbero pronti ma rifiutano la convocazione per problemi di lavoro o di logistica. Noi osserviamo tutti, sta ai giocatori farsi notare e poi accettare la chiamata».
Sei contento di quello che stai facendo attualmente nel mondo dell’hockey o rimpiangi il non allenare una squadra di club?
«Ovviamente mi manca il non poter allenare tutti i giorni, è un sacrificio, però sono molto contento di ciò che sto facendo. Professionalmente parlando ho ricevuto delle grandi gratificazioni. Fare il capo allenatore dell’Italia Senior al Mondiale di Top Division di Riga, seppur a causa del Covid che ha colpito l’head coach Greg Ireland, mi ha dato una grossa mano a crescere. La ritengo un’esperienza indimenticabile così come aver ottenuto questa promozione con l’Under 20. Rifarei tutto questo, mi manca il lavoro quotidiano ma sono cresciuto molto professionalmente. Ho avuto modo di girare, conoscere altre squadre, il tutto senza la frenesia del lavoro quotidiano».
E per il futuro?
«Non so ancora cosa sarà. Se arriva una proposta da una squadra di club ci penso e la valuto bene. Sono in scadenza di contratto con la Federazione a giugno 2022 e non abbiamo ancora parlato delle volontà di entrambe le parti, i progetti e le intenzioni. Non posso dire che sarò riconfermato, ci siederemo ad un tavolo nelle prossime settimane e valuteremo il da farsi. Quello che so per certo è che voglio continuare a crescere il mio bagaglio personale, migliorare di giorno in giorno. Alla fine alleno solo da 6 anni e sono molto fortunato ad avere fatto tutto quello che ho fatto in così poco tempo».
Rimangono le porte aperte dunque anche per offerte lontane da Cortina?
«La priorità è per la Federazione che ha creduto ed investito in me in questi anni. Visto che il mio contratto è in scadenza a breve cercheremo di capire insieme le possibilità per il futuro. Poi per il resto non devo rimanere per forza a Cortina. Il mio lavoro nella concessionaria di famiglia non è sicuramente un peso, nel caso arrivassero delle buone proposte sono pronto a valutarle e ad allontanarmi anche da qui».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi