De Rocco: «Il sogno delle Olimpiadi svanito in un minuto»
BELLUNO. Il giorno dopo bisogna ricominciare il tran tran quotidiano. Lavoro, allenamenti e quant'altro. Ma la mente torna per forza lì. D'altronde, quando un sogno ti sfugge di mano a un minuto e quaranta secondi dalla fine non può andare diversamente. Vero, magari quella partita con la Francia poi la si sarebbe persa all'overtime o ai rigori. Però l'Italia femminile, questa Italia, sembrava in grado di andare fino in fondo, mettere dietro le francesi in classifica e passare all'ultimo turno di qualificazione olimpica. E così il secondo posto, in virtù delle vittorie con Lettonia e Cina, è una magra consolazione. Linda De Rocco, assieme a Federica Zandegiacomo, era una delle due bellunesi presenti in campo. Poi c'era l'assistente di coach Liberatore, Manuela Friz, e due riserve rimaste a casa dopo il ritiro di due giorni a Torre Pellice, ossia Mia Campo Bagatin e Mara Da Rech. Proprio la De Rocco racconta la delusione vissuta.
Come va?
«Sono giorni molto amari, con il senno di poi ci siamo mangiate le mani. In un minuto e quaranta purtroppo il pensiero di andare alle Olimpiadi è svanito. Eravamo riusciti a pareggiarla, poi quel gol lì ci ha risvegliato dal sogno. Poi si sa, provi a giocare senza portiere e ci siamo prese anche il terzo gol».
In più avete qualche rammarico legato all'arbitraggio.
«Ci hanno annullato un gol, che rivedendo alcune foto, è apparso regolare. Anzi prima ci è stato assegnato, poi tolto per un presunto fallo di mano volontario: ma la mano era di una francese. Però dico anche che, delusione per il risultato finale, è stata un'esperienza più che positiva. Si è visto che se ci credi puoi ottenere grandi cose; la Francia era molto più quotata a livello mondiale, eppure la partita è stata combattuta, il divario non si è visto. Forse anche per questo fa così male aver perso».
Però battere Lettonia e Cina non è cosa da poco.
«Assolutamente no, anzi. Anche loro avevano più esperienza a livello internazionale. La Lettonia è stata un osso duro, non abbiamo giocato brillantemente ma si sa che la prima partita devi prendere misura, mentre con la Cina volevamo a tutti i costi il secondo posto e il 3-0 è stato un buon risultato. La cosa più importante è aver dato una scossa positiva a tutto il gruppo, nonostante la mancanza di alcuni elementi chiave, e anche al mondo dell'hockey femminile. Adesso il sogno olimpico è finito, ma dal 8 al 14 aprile ci saranno i mondiali in Polonia. Ritroveremo squadre affrontate, altre le troviamo per la prima volta ma di sicuro ci arriviamo fortificate».
Per finire, uno sguardo al campionato. Con l'Alleghe siete partite a rilento, poi nell’ultimo match avete costretto ai rigori nientemeno che le Eagles Bolzano.
«Loro restano comunque inarrivabili, anche e soprattutto per la disponibilità economica. Però quel giorno forse ci hanno sottovalutato, dopo averci battuto nettamente una settimana prima. Poi noi quando mettiamo il cuore siamo più forti di tutto. Le abbiamo portate appunto ai rigori, lì poi è un terno al lotto. Magari le ritroveremo nei play-off, chissà. Di certo lì la musica sarà diversa. Sono sfide a cui si arriva carichissime».
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