De Toni e la retrocessione dell’Italia «Non siamo al livello della Top Division»
ALLEGHE
Chiamarla fallimento non è sicuramente corretto, ma la retrocessione in Division I dell’Italia dell’hockey deve sicuramente portare ad un serio ragionamento.
Ancora una volta la Nazionale non convince appieno e ritorna dal Mondiale in Finlandia con un solo punto e con la sconfitta nell’ultima sfida contro il Kazakistan che condanna alla retrocessione, dopo che il Blue Team si era salvato gli scorsi anni in Top Division anche per merito delle retrocessioni bloccate in tempo di pandemia.
A commentare la situazione attuale è Manuel De Toni, storico giocatore dell’Alleghe, con molte presenze in Serie A ed in azzurro, quando l’hockey in Italia aveva ben altra dimensione.
«Ho avuto modo di vedere qualche partita di questo Mondiale e di seguire in generale i risultati», spiega Manuel, «ho constatato che c’è un livello altissimo in Top Division. Ci sono giocatori e formazioni stellari e con cui è molto difficile competere».
Buone prestazioni e tanto impegno dai tanti giocatori presenti non sono mancati ma pur con tutta la volontà del caso il livello del nostro hockey si è dimostrato ancora una volta insufficiente e non adatto ad un Mondiale di Top Division.
Pensi che l’Italia al momento non sia dunque all’altezza di questo palcoscenico?
«Per i mezzi attuali e per quello che ho visto direi che gli azzurri hanno fatto il possibile. Non siamo sicuramente in grado di tenere testa a Nazionali di così alto calibro, la Division I secondo me è più adatta a noi al momento».
È il momento di programmare, e la Fisg lo sta gia facendo da tempo, qualcosa di serio in vista delle Olimpiadi di casa del 2026, dove l’Italia sarà sicuramente al via.
Puntare sui giovani? Aprire le porte agli oriundi? Quest’ultima soluzione è stata già adottata in passato ma come si è visto, da un lato ha fatto in modo di evitare brutte figure, dall’altro non ha permesso la crescita di giovani interessanti e del movimento italiano in generale. Cosa ne pensi?
“Concordo sul lavoro che sta facendo la Fisg, ai Mondiali che ho disputato ai miei tempi riuscivamo a stare a galla grazie ad un parterre di oriundi di livello che aiutava molto e che soprattutto militava in campionati di alto livello. Ma il ragionamento è sbagliato, dobbiamo pensare ai nostri giovani, a farli crescere piano piano e senza pretendere risultati nel breve periodo».
Quindi cosa aspettarci per le Olimpiadi di casa?
«Non dobbiamo avere grandi pretese. Lasciamo che la Federazione lavori al meglio sul nostro vivaio, i risultati si vedranno e soprattutto non morirà il movimento».
La spedizione azzurra si è conclusa lunedì e vedeva presenti l’attaccante cadorino Marco Sanna, alla prima rassegna iridata dei senior, e l’assistente allenatore Giorgio De Bettin.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi